Terza prova alla regia per il maestro catanese Franco Battiato, che dimostra con questa opera di avere buone potenzialità come regista in futuro.
Il film che è stato solo “presentato” nelle sale,non avrà una distribuzione cinematografica, ma si troverà in un cofanetto che comprendera' sia il film che un libro.
Un originale pellicola che narra l'avventura di un ateo docente di antropologia culturale che, con l'idea di filmare una "festa del fuoco precristiana" in un bosco, si perde finchè non trova ospitalità in una casa dove si sta svolgendo una festa di compleanno.
Questa casa diventa presto il luogo di un dibattito tra atei e credenti, i dialoghi profondi offrono allo spettatore spunti molto interessanti per interrogarsi su molti quesiti esistenziali.
Diverse scene colpiscono per potenza e impatto visivo, soprattutto le scene girate in steadycam soggettiva (inquadrando in primo piano l'attore in movimento) sono molto ben riuscite e, soprattutto nella scena in cui il protagonista si perde nel bosco, risulta una scelta azzeccatissima per suscitare nel pubblico il disagio della situazione.
Musiche molto belle (del resto non ci si poteva aspettare altrimenti), fotografia poetica e sognatrice, rustica e visionaria (si potrebbero trovare analogie addirittura con un maestro del genere, un David Lynch prima maniera), impareggiabile a mio avviso la scelta di alcuni attori, fatti recitare in modo che si notasse la meccanicità nel ruolo, proprio come nella vita reale si possono incontrare persone che "recitano" una parte fatta di clichè senza alcuna passione.
Da sottolineare il fatto che nel finale non troviamo il cambiamento del punto di vista dell'attore sulla religione,fortunatamente quindi un film che non è fatto per "indottrinare" ma per far pensare, riuscendoci in pieno, analizzando in tutte le sue sfumature sia il sacro che il profano.
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