Cinema

Quattro italiani in concorso a Venezia

Quattro italiani in concorso a Venezia

Pupi Avati, Ferzan Ozpetek, Marco Bechis e Pappi Corsicato. Saranno questi gli alfieri del cinema italiano in corsa per il prossimo Leone d’oro a Venezia. La 65esima mostra del Cinema si aprirà il 27 agosto con la prima mondiale (fuori concorso) di “Burn after reading“, l’ultimo lavoro dei pluripremiati fratelli Coen (trionfatori agli Oscar 2008 con “Non è un paese per vecchi”) che schiera nel cast star come George Clooney, Brad Pitt e Tilda Swinton. Il direttore della mostra Marco Muller ha presentato oggi tutti i film in concorso e non. Un programma ricco, anche e mancheranno alcune opere attese come “W”, Bush visto da Oliver Stone, o “Milk” di Gus Van Sant. La giuria è stata affidata a Wim Wenders e ne faranno parte anche l’attrice Valeria Golino e il regista John Landis. Pupi Avati, uno dei decani dei registi italiani, parteciperà in concorso con “Il papà di Giovanna“, dramma in costume con Silvio Orlando, Alba Rohrwacher e un inedito Ezio Greggio. A tenere alta la bandiera anche Ozpetek con “Un giorno perfetto“, con Isabella Ferrari e un Valerio Mastandrea “disturbato” (leggi la sua intervista a Panorama). “Il seme della discordia” di Corsicato, un’ assurda vicenda familiare (Caterina Murino e Alessandro Gassman nel cast) e “Birdwatchers“, film ambientato in Amazzonia con Claudio Santamaria per la regia di Marco Bechis chiudono il quartetto italiano. Nazionalismo a parte, l’edizione numero 65 del festival di Venezia si presenta ricca di titoli interessanti e anche di Star-system. Non mancheranno le occasioni per i fotografi in laguna: oltre a Clooney e Pitt, sempre più di casa, Charlize Theron e Kim Basinger si materializzeranno in tutta la loro bellezza per presentare “The Burning Plan” di Guillermo Arriaga, Guy Pierce e Ralph Phiennes per “The hurt locker”, pellicola sull’Iraq di Kathrin Bigelow. Per gli amanti degli autori orientali (l’anno scorso in tronfo con “Lussuria” di Ang Lee) ci sarà il geniale giapponese Takeshi Kitano (con “Achille e la tartaruga”) e il maestro dell’animazione Hayao Miyakaki con “Ponyo on the cliff”. Interessanti per i cinefili di tutto il mondo le sezioni “Fuori concorso” e “Orizzonti”. Nella prima vecchi maestri come Mario Monicelli e Manoel de Oliveira (con due cortometraggi), l’iraniano Kiarostami con “Shirin”, il recupero di un film del ‘63, “Tutto è musica”, con Domenico Modugno, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, una versione inedita de “La Rabbia” di Pasolini. In “Orizzonti” invece spazio a scelte più borderline e sperimentali: insieme a film filippini, russi e indiani, tre titoli nostrani, diretti da Mirko Locatelli, Marco Pontecorvo e Gianfranco Rosi. Un documentario sullo stilista Valentino (di Matt Tyrnauer), un altro sulla tragedia della Thyssen di Torino: “La fabbrica dei tedeschi” di Mimmo Calopresti. Fonte: Panorama