Cinema

Speciale da Londra: "The Last Kiss"

Speciale da Londra: "The Last Kiss"

Perchè rovinare una cosa meravigliosa? Perché le cose belle fanno invidia; allora si cerca di copiarle e sfruttarle. Gli americani soffrono da sempre di questa sindrome di inferiorità culturale. Prima ce l’avevano solo con gli odiati ex colonizzatori Inglesi, depositari di secoli di storia e letteratura. Se all’inizio, quindi, il mirino funesto yankie aveva Shakespeare nel cerchietto rosso, ora gli Ammmmmeregani hanno puntato il cannone anche a casa nostra. Purtroppo. Non gli bastava averci preso la Nostra Signora Pizza e averla rigirata nei vari Pizza Hut; non era sufficiente aver distrutto il Mito dello Spaghetto, cuocendolo per un quarto d’ora e buttandogli dentro il ketchup come sugo… No. Hanno dovuto mettere mano anche al cinema. Non voglio nemmeno sapere cosa ne hanno fatto de “La Vita è bella” (avevo letto da qualche parte che stavano facendo i casting per il remake americano), ma quello che hanno combinato con questo “The Last Kiss”, è abominevole. Paul Haggis (“Crash”) ha riscritto la sceneggiatura de "L'ultimo bacio" di Gabriele Muccino, rendendola molto meno affannosa dell’originale. Peccato che l’affanno (e le sue sfumature) fosse il leit-motiv del film originale. La trama è mantenuta: il protagonista è Michael (Braff), un architetto trentenne in crisi esistenziale, nonostante abbia tutto e stia per diventare padre. I suoi tre migliori amici, Kenny, Izzy e Chris sono messi pure peggio. Come si rimpiange Giorgio Pasotti! Casey Affleck (Chris) è discreto, ma lontanissimo dal modello di Muccino. La Martina Stella americana si chiama Rachel Bilson; Kim, il suo personaggio, è una collegiale ventenne che vive da sola e non, come nell’originale, con i suoi genitori. Il protagonista: si salvi chi può. Assolutamente fuori asse. Zach Braff, star del telefilm “Scrubs”, seppur sia un bravo attore, non c’entra nulla col confuso Accorsi dagli sguardi sognanti. E’ un remake, è vero, ma il paragone con l’originale è troppo forte e troppo impegnativo. Braff dà al personaggio un altro taglio, il taglio dell’attore simil-comico che con questa storia mal s’accozza. Oltre all’indiscutibile fatto che la nostra Giovanna Mezzogiorno, nella memorabile scena isterica, è semplicemente i-ni-mi-ta-bi-le. Nemmeno lei stessa riuscirebbe ora a rifare in quel modo quella scena. Questa versione yankie è un film dove si ride, con battute di vario genere, mentre il vero “L’ultimo bacio” era un film che faceva pensare, che smuoveva qualcosa dentro. Paul Haggis ha riscritto dei dialoghi poco realistici, al contrario vero cavallo di battaglia della scuola mucciniana. Gli inglesi in sala (sera di un ottobre londinese) sono pochi e sembrano per lo più annoiati. Probabilmente non convince nemmeno loro. E poi, diciamocelo, non era più facile prendere l'originale e doppiarlo? O i doppiatori americani sono scadenti o forse i produttori non ci hanno pensato. Non voglio credere che abbiano avuto la pretesa di farlo meglio... Non c’è storia, bocciato. E non per un eccesso di nazionalismo. Con tutto il rispetto, è meglio che gli americani tornino a trivellare le asteroidi di “Armageddon”, a cucirsi fai-da-te feritone nei vari “Rambo” o ad attraversare a piedi uno Stato a -100° dopo la glaciazione (e restando vivi…meglio di “Die Hard”!). Ma che lascino stare la nostra roba, per carità. Se Muccino non gli ha ancora fatto causa, è un miracolo.