Cinema

Spello e il cinema: aspettando il Festival la proiezione di Maternity Blues

Spello e il cinema: aspettando il Festival la proiezione di Maternity Blues

Sabato scocca l’ora della seconda edizione del Festival del Cinema ‘Città di Spello’, con la proiezione del film Maternity Blues, opera del regista Fabrizio Cattani, nonché Direttore Artistico del Festival.

Un evento-prologo per la manifestazione cinematografica che dopo il successo della prima edizione si propone di incrementare l’offerta e infatti sta già predisponendo, grazie alla meticolosa ed efficace organizzazione dell’Associazione Culturale Aurora, presieduta dalla Dott.ssa Donatella Cocchini, ed alla preziosa collaborazione del Comune di Spello, una grande programmazione per le quattro giornate del Festival che quest’anno andrà…in onda dal 28 febbraio al 3 marzo 2013.

Ma torniamo alla serata di sabato che il teatro Subasio si appresta ad ospitare. La proiezione avrà inizio alle ore 21 e l’ingresso, lo ricordiamo, sarà libero.

La pellicola avrà un’illustre presentazione visto che quest’ultima sarà curata dalla Dott.ssa Giovanna Celani, medico specialista in Neuropsichiatria Infantile e psicoterapeuta, nonchè coordinatrice di un progetto sui disturbi del comportamento alimentare della Regione Lombardia ed esperta delle patologie che coinvolgono la relazione madre –figlio dalla gravidanza alle prime fasi dello sviluppo del bambino. La Dott.ssa Celani da più di dieci anni lavora nella periferia nord ovest di Milano presso l’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Azienda Ospedaliera San Carlo Borromeo e come medico referente dell’area riabilitativa è a contatto quotidiano con il disagio giovanile e familiare e collabora con i servizi sociali del territorio, le scuole e il Tribunale dei Minori.

Dopo la visione, seguiranno gli interventi del regista, degli attori protagonisti, di psicologi ed altre figure professionali nell’ambito medico psicosociale presenti in sala, nonché degli spettatori. 

A conclusione della serata un calice di vino a tutti i partecipanti alla visione del film.

La trama di MATERNITY BLUES

Quattro donne, diverse tra loro, ma legate da una colpa comune: l'infanticidio. All'interno di un ospedale psichiatrico giudiziario, trascorrono il loro tempo espiando una condanna che è soprattutto interiore: il senso di colpa per un gesto che ha vanificato le loro esistenze.
Dalla convivenza forzata, che a sua volta genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella dell'altra, germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto mai pienamente consolatorio ma che fa apparire queste donne come colpevoli innocenti.

Le quattro protagoniste rappresentano altrettante parti che compongono l'essere femminile. Vincenza (Marina Pennafina) è la madre, la più ragionevole e pia, Eloisa (Monica Birladeanu) l'amante ribelle e anticonformista persiste ogni volta nel polemizzare con le altre, un cinismo solo di facciata, Caterina (Chiara Martegiani) è la bambina che ancora sogna l'amore, una vita normale e infine Clara (Andrea Osvart) , la moglie apparentemente perfetta, devota al marito e alla famiglia.

Nel film non c'è traccia di giudizio nei confronti delle protagoniste, ma neppure di giustificazione e, tanto meno, di assoluzione.
C'è semplicemente la fotografia delle loro vite, raccontate dal luogo dove stanno scontando la loro pena, Ospedale Psichiatrico Giudiziario, e contemporaneamente cercando di «curarsi» con il supporto di psichiatri.

Rina, Vincenza, Eloisa e Clara vivano come "sospese" in un limbo dalle pareti sottili che le separa, ma al tempo stesso le protegge dal mondo reale. Un limbo difficile da varcare anche per via di quei pregiudizi e quella superficialità a cui i media ci hanno abituato. I medici a Castiglione delle Stiviere, rinomato Ospedale Psichiatrico Giudiziario. dove queste donne vengono spesso ricoverate, parlano anche di concorso di colpa: "molte arrivano a questo gesto contro natura, anche per colpa di mariti assenti o violenti, per infanzie difficili, a volte brutali.

Secondo il Rapporto Eurispes Italia 2011, nel 2010 è stato compiuto un infanticidio ogni 20 giorni. Un anno prima la cadenza era di uno ogni 33 giorni e, nel 2008, di uno ogni 91. In numeri assoluti, i casi sono stati 4 nel 2008, 11 nel 2009 e 20 nel 2010.

Sono dati che fanno riflettere su come le madri non debbano essere lasciate sole dopo il parto, tra pannolini, notti in bianco, sacrifici fisici e dei propri spazi e tempi.