Cinema

Super

Super

Colorato e dinamico, il film è il tentativo spasmodico di una trasposizione della forma fumettistica sotto spoglie di produzione cinematografica. Frank (un bravissimo Rainn Wilson, famoso attualmente per il suo ruolo nel telefilm “The Office”), uomo debole e dolce, viene lasciato dalla moglie, che aveva trovato in lui un’isola di serenità dopo un passato da tossicodipendente. Cascato in una depressione dai tratti tragicomici, l’uomo reagisce iniziando a combattere il male brandendo una chiave inglese e indossando un buffo costume da supereroe, affiancato poi dalla bella e giovane Libby (Ellen Page), una folle appassionata di fumetti. I due improvvisati eroi si scontreranno contro i crimini cittadini, cercando di ristabilire giustizia.

Notevole la colonna sonora (The Icons, The Nomads, The Ark), che supporta così un apologo dove il crimine si combatte con altro crimine, dove a chi supera la fila viene fracassata la testa in un tripudio di sangue (allegorico del fumetto, anonimo nel film), lasciando aperta la domanda su chi siano i buoni e chi i cattivi e quale sia in fondo la giusta maniera per combattere il male, da quegli eroi senza poteri che dovrebbero essere gli uomini.
Notevole l’avvicendamento del tono drammatico e comico, che lascia lo spettatore sospeso in un indefinito spazio tra la commozione, la ripugnanza per gambe e braccia mozzate, e la risata.

Il film è scritto e diretto da James Gunn (“Scooby Doo 2”, “L’alba dei morti viventi” remake, “Slither”), che ci regala una produzione in cui la violenza diventa la vera protagonista con l’andare del film. Gli evidenti eccessi di splatter che caratterizzano senza ombre il fumetto non convincono in “Super”, che risulta esuberante e sproporzionato. Resta senza dubbio interessante il tentativo del passaggio dal disegno alla recitazione, anche attraverso piacevoli effetti grafici ripresi dal fumetto, ma l’interscambio tra le due forme d’arte necessita di una traduzione e non soltanto di una riproposizione.

L’ispirazione fumettistica è tangibile coi fumetti di Alan Moore (V per Vendetta), affiancata dalle filmografie di Scorsese e Tarantino, mentre l’atmosfera della fiction comica riprende alcune atmosfere della pop art degli anni ’60 per semplicità, dinamismo e tinte forti.

Secondo il regista “Un viaggio alla ricerca del modo di un uomo per adempire al suo rapporto con Dio”, raccontato attraverso un certo stile che si stravolge completamente nel finale, che torna a essere cinematografico in toto, togliendo identità al resto del film.
Un cast quindi di ottimi attori per un film volutamente spiazzante, così spiazzante da non essere godibile.