Cinema

TGLFF 2015: Gli australiani lo fanno meglio

TGLFF 2015: Gli australiani lo fanno meglio

Opera prima di Robert Chuter, regista teatrale cinquantenne, The Dream Children è una pellicola ambientata in Australia, tratta  dall’omonima pièce teatrale di Julia Britton.
Il film comincia con una scena di un amplesso tra la coppia gay protagonista, assai più realistica del celebre incipit di Basic Instinct. E gli amplessi tra i due ritornano almeno un paio di volte, nel corso del film, quasi come se il sesso fosse l’elemento a cui si ricorre dopo aver preso una decisione difficile o importante, oppure – in maniera più consueta – per “rimettere le cose a posto”.
Steve, presentatore tv di successo, ha una relazione con Alex, che vorrebbe qualcosa di più dal loro rapporto…ovvero un figlio. Steve non sembra molto d’accordo, anche perché la sua vita e fatta di eccessi e di parecchie scappatelle (ai limiti della sex-addiction). I due decidono comunque di tentare, ma nel modo sbagliato: contattano su Internet, Nerine, una ragazza incinta che ha bisogno di soldi. Il piccolo Sam nasce e comincia a crescere con Alex e Steve, ma un giorno la madre si fa di nuovo viva...e non è sola.
Il film è ben fatto dal punto di vista dell’escalation emozionale: c’è tutto quello che serve per contestualizzare la situazione e i sentimenti delle persone coinvolte, nelle varie fasi della vicenda.
Ma il tema resta delicato e alcuni elementi risultano trattati “a caso”, perfino l’happy end appare forzato (poteva non essere scontato, n.d.r.), se si pensa alle peculiarità dei due protagonisti: uno con il desiderio della paternità, l’altro in bilico tra una vita sessuale (quasi) senza inibizioni, i sentimenti che prova per il partner, quelli suscitati dalla nuova situazione genitoriale e la paura di compromettere la propria carriera televisiva.
Insomma, un film dove le emozioni sono reali, ma i contenuti non sempre risultano utilizzati nella forma più utile all’empatia con situazioni così delicate.