E’ tempo di sequel. Magari la collocazione in un periodo pre estivo potrebbe non giovargli, ma si sa che le decisioni del palinsesto cinematografico a volte lasciano desiderare (un caso su tutti: “L'amore non va in vacanza” tema ultranatalizio e distribuzione italiana in febbraio, tempo di cuoricini sanvalentini e zero vischio).
Così Ben Stiller torna a indossare i panni del custode notturno Larry in Una notte al Museo 2-La fuga. Lasciato il piccolo Museo di Storia Naturale di New York, Larry trasloca (armi, bagagli e statue di cera comprese) allo Smithsonian Institute, il museo più grande del mondo, con una collezione di oltre 136 milioni di pezzi. Tutto prende vita, come nel precedente capitolo.
Nel nuovo immenso museo si scatenerà una guerra capeggiata dal sovrano egizio Kahmunrah aiutato da tre compagni di merende: Napoleone, Al Capone in bianco e nero e Ivan il terribile. Fanno bella mostra anche il marmoreo Abramo Lincoln e una iperfemminile e grintosa Amelia Earhart.
Manca però il legame più profondo: l’affetto tra padre e figlio che nella prima (più convincente) pellicola riusciva a dare un significato maggiore a tutta la storia. In questo caso il figlio di Larry è solo in collegamento telefonico, mette a frutto le sua capacità informatiche a sostegno del padre. Ma nulla di che.
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