Anche per l'edizione 2019 la grande danza è protagonista al Festival dei Due Mondi di Spoleto diretto da Giorgio Ferrara. Evento speciale con Eleonora Abbagnato e le stelle della danza.
Anche le stelle della danza impreziosiranno la programmazione del Festival dei Due Mondi di Spoleto con tre appuntamenti d’eccellenza, tre situazioni coreografiche che spaziano tra visioni cinematografiche, virtuosismi e una sapiente fusione tra tecnica accademica e modern dance.
My French Valentino
Si comincia, il 28 e 29 giugno al Teatro Romano, con l’analisi della regista e coreografa Valérie Lacaze che con My French Valentino ha deciso di indagare il fenomeno del ballerino e attore, nonché famosissimo latin lover, Rodolfo Valentino.
La coreografa porta in scena i giovani ballerini della École-Atelier Rudra Bejart di Losanna, fondata nel 1992 da Maurice Bejart e diretta oggi da Michel Gascard; con loro ripercorre la vita di questo mito italiano attraverso immagini di un’epoca, quella della Belle Epoque, degli anni Venti, ricorda la bellezza del cinema muto e dei Balletti Russi di Diaghilev, crea le atmosfere scintillanti della Parigi pre-bellica e del magico mondo di Hollywood; costruisce le coreografie su un variegatissimo tessuto musicale (Balakirev, Ravel, musiche tradizionali russe, Piazzolla, Shankar, Chaplin, The Bix Beiderbecke Story, Romberg, Rota, Luter ) che ben documenta come quegli anni siano il ritratto di una cultura ben precisa e della corsa verso il sogno americano.
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Le stelle italiane nel mondo
Il secondo appuntamento è con Le stelle italiane nel mondo, domenica 30 giugno in Piazza Duomo, il gala di danza che porta in scena i grandi talenti italiani che si sono distinti finanche oltreoceano. In testa a questo firmamento di stelle è Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra di Parigi e direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma.
Accanto a lei tanti altri artisti che si fanno portavoce di realtà eccellenti della danza di tutto il mondo come ad esempio, Damiano Ottavio Bigi - Tanztheater Wuppertal Pina Bausch (Germania), Davide Dato - Wiener Staatsoper (Austria), Davide Riccardo - New York City Ballet (Stati Uniti), solo per citarne alcuni. Il programma del galà, curato da Daniele Cipriani, spazia dal grande repertorio classico a brani firmati da grandi coreografi dei nostri tempi, fino alle creazioni originali di giovani autori italiani. Un’occasione unica per ammirare i talenti nostrani ma anche per scoprire un nuovo e originale segno coreografico, di matrice italiana, che sta maturando e crescendo nel mondo.
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Ode to the master
Ultimo titolo a chiusura del Festival è Ode to the master, in scena il 5, 6, 7 luglio al Teatro Romano, un trittico del celebre coreografo olandese Hans Van Manen, un ragazzo di ottantasei anni ironico e versatile, capofila e fondatore di una particolare scuola autoriale della coreografia europea.
Con questo tris di coreografie, Adagio Hammerklavier, Kleines Requiem e 5 Tangos, Hans Van Manen riesce a mischiare con sapienza cifre stilistiche apparentemente distanti tra loro, ricerca tutte le infinite possibilità del movimento, dall’estremizzazione del neoclassicismo alla danza moderna, viaggiando tra duetti giocosi e passionali, esplorando tematiche tra loro differenti ma pur sempre universali.
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