I giovani danzatori della compagnia campana Cornelia realizzano ART IS HOMELESS, un progetto-video per esprimere il dolore di tutti gli artisti in seguito alle restrizioni causate dall'emergenza pandemica.
In seguito all’ennesima chiusura dei teatri dovuta all'entrata in vigore del DPCM del 24.10.2020, il team Cornelia, compagnia di danza campana nata in seno all'omonima associazione, ha lanciato il progetto di video-danza ART IS HOMELESS. Si tratta di un video che, dopo appena pochi giorni dalla sua pubblicazione, sta diventando virale; forse perché, più concretamente, incarna un vero e proprio documento artistico, una manifestazione di un pensiero sofferente che accomuna tutti gli artisti e il mondo dello spettacolo dal vivo.
"L’ immaginario comune vede l’artista come un’ entità che non necessita di molto, ma nessuno immagina quanto grande e profonda sia la ferita che questo periodo storico ha provocato nell’anima di chi d’arte vive e che ora è costretto alla sopravvivenza. La luce dei riflettori improvvisamente interrotta porta l’artista in uno stato di dolore e perdita d’identità . Svanisce cosi la prospettiva di vita che egli costruisce quotidianamente attraverso il sacrificio fisico e spirituale".
Queste sono le parole con cui gli artisti di Cornelia presentano il progetto diretto da Niko Piscopo e che vede coinvolti Leopoldo Guadagno, Nicolas Grimaldi Capitello, Francesco Russo e Eleonora Greco.
Una lirica d'amore e dolore
Pur essendo realizzato da una compagnia di danza, quest'ultima non si pone come principale espressione di linguaggio poiché il video è soprattutto un messaggio che vuole mettere in evidenza la difficile situazione psicologico-emotiva in cui si trova la maggior parte degli artisti italiani in questo momento per via della chiusura dei teatri.
La pandemia ha causato forti danni al settore e questo video (potete vederlo in fondo all'articolo), nell'attuale momento storico in cui il digitale appare l'unico mezzo di comunicazione possibile, rappresenta il modo artistico per esprimere questi sentimenti. Tappeto sonoro di questo messaggio è la splendida aria Vissi d'arte dell'opera pucciniana Tosca. Ne risulta un prodotto straordinariamente nuovo in cui la lirica si fonde con la danza, l'arte visiva e la tecnologia.
Un performer inquadrato in primo piano diventa chiaramente l'allegoria dell'arte dello spettacolo dal vivo e la scelta dell'inquadratura rende chiaramente l'idea della condizione restrittiva in cui l'artista è costretto. Sulle sue labbra scorrono le parole della celebre aria come un grido strozzato, muto, di paura e di dolore. In realtà è il grido di un'arte che sta morendo.
Rivestito di glitter rossi, l'artista inizia a sanguinare trucco di scena che sgorga dalla sua fronte come fosse sudore. Pochissimi sono i suoi gesti lenti e ariosi, accenni di danza, ultimi guizzi di vita di un'arte allegorica che sta morendo ma vuole ricordare al mondo che "le ferite degli artisti sono glitterate ma pur sempre dolorose".