La danza come un link per connettersi con artisti al top del panorama internazionale contemporaneo.
Otto prime nazionali e una prima assoluta, in tutto diciotto spettacoli e ventinove rappresentazioni. È la 33ᵃ edizione del Festival Internazionale Bolzano Danza/Performances, che si svolge per quindici giorni, dal 13 al 28 luglio, nelle due sale del Teatro Comunale, al Museion e al Piccolo Museion, oltre che nei parchi e nel centro storico del capoluogo del Trentino Alto-Adige/Sudtirol.
Il tema 2017: relazioni.
La Danza è un link che rivela il corpo come mezzo per creare connessioni tra persone e generi, per legare luoghi e culture. Relazioni “rivoluzionarie” alle quali il Direttore artistico Emanuele Masi dedica questa edizione, che chiude il triennio incentrato sull’esplorazione delle identità. Di spicco è la presenza del dancemaker Richard Siegal, uso a ibridare pop, moda, musica elettronica e accademia per il suo Ballet of Difference, impegnato nel trittico “My generation”. Apre il Festival Alessandro Sciarroni che rinverdisce la tradizione tirolese dello Schuhplattler nel progetto site specific “Folk-S I’ll be your mirror version”, dialogante con l’opera del videoartista Karim Zeriahen creata per la facciata di vetro del Museion. Racconta l’infanzia in Albania Glen Çaçi, in “KK (I’m a kommunist kid)”, per poi coinvolgere il pubblico in un karaoke di movimento; mentre consiste in “10 miniballetti” l’assolo virtuosistico dell’emergente Francesca Pennini.
Contaminazioni da tutto il mondo
Rachid Ouramdane torna a Bolzano Danza assieme a sette interpreti del CCN2 di Grenoble: “Sfumato” narra, tra scrosci d’acqua, gli esodi conseguenti alle mutazioni climatiche. La coppia ‘maudit’ Cecilia Bengolea e François Chaignaud, lei studiosa di antropologia e lui di drag queen, nel trio “Dub Love” interpretano con le scarpette da punta le danze giamaicane mixate da un dj. Il Ballet de Lorraine è al Festival con due proposte. La prima, dell’artista visionario Marcos Morau, si rifà al folk spagnolo di Luis Buñuel per “Le surréalisme au service de la révolution”; la seconda prevede, di Merce Cunningham, il trentennale successo “Fabrications”.
Sulle note di Bach e Coltraine
L’ispano-olandese Marina Mascarell porta l’impegno civile nell’ambito dei diritti delle donne “In Three Times Rebel”; omaggia il jazzista John Coltraine, la ricerca in bilico tra ossessioni strutturali e libertà improvvisativa “A Love Supreme”, di Anne Teresa De Keersmaeker e Salva Sanchis. Si rivolge anche ai bambini Olivier Dubois, trattando in forma ludica i sette vizi capitali con “7 x Rien”; invece il tunisino Radhouane El Meddeb, sulle Variazioni Goldberg di Bach, dipana il dialogo immaginario “A mon père, une dernière danse et un premier baiser”. Infine l’hip hop di Käfig con “Cartes Blanches”, spettacolo nato per celebrare i vent’anni di vita della Compagnia di Mourad Merzouki.