Danza

Danza elisir di giovinezza

Danza elisir di giovinezza

Uno studio clinico attribuisce al ballo la capacità di ridensificare la materia cerebrale.

Una mela al giorno toglie il medico di torno. Sì, ma non tanto quanto la danza. Così afferma una recente indagine svolta dall’Università dell’Illinois, che ha sviluppato in una direzione parallela, benché autonoma, la ricerca realizzata due anni or sono dall’Università di Helsinky, che dimostrò come l’ascolto della musica classica agisse da neuroprotettore. Ed è fatto acclarato l’importanza rivestita dall’attività fisica.

La formula vincente: movimento, memoria, socializzazione
Il ballo traduce l’udito in movimento e, generalizzando il campanilismo statunitense che identifica la panacea nello stile country, il seguire una coreografia di gruppo, con passi predeterminati, aiuta la memoria e favorisce la socializzazione. La concatenazione di questi molti fattori, peculiarità della disciplina di Tersicore, pare costituisca il rubinetto della fonte dell’eterna giovinezza. Anzi lo è, giacché lo studio poggia su basi scientifiche.  

Vantaggi per la mente
La materia bianca del cervello, deteriorandosi, provoca malattie degenerative legate alla cognizione. Nelle persone anziane essa si assottiglia e di conseguenza decresce la velocità di trasmissione degli stimoli al sistema nervoso centrale. Nei soggetti testati, che avevano frequentato un programma di ballo, la materia bianca si era clinicamente ridensificata.  

Qualcosa di nuovo, anzi d’antico
La danza ha da sempre accompagnato la storia e l’evoluzione della specie umana dall’era preistorica all’antichità classica, rivestita di significati simbolici di fertilità, di corteggiamento, di guerra o con valenza di rituale sacro. La scienza non crea, ma scopre i meccanismi che muovono la vita, la natura, l’uomo e dagli U.S.A. è giunta conferma a quanto ci ha tramandato la civiltà romana. Il poeta Giovenale esortava i sapienti (i moderni scienziati) a invocare la divinità perché concedesse il benessere di anima e corpo. Che sia invece dettato da esigenza salutista del terzo millennio o da espressività artistica, il concetto non cambia: mens sana in corpore sano.