Debutto per Ritratto di Lucinda Childs, lo spettacolo della coreografa americana che ripercorre una vita dedicata alla danza.
E' una sorta di “corrispondenza di amorosi sensi” quella che lega la città di Spoleto alle star d'oltreoceano, un affetto solido e ricambiato che si rinnova ogni anno con la magia del Festival.
Quest'anno tocca alla coreografa newyorkese Lucinda Childs, diva della kermesse, attesissima nella città umbra per questa sessantunesima edizione del festival. Di lei si parla tra il pubblico già alla prima del Minotauro, le indicazioni per la breve strada tra il nuovo Menotti e il Teatro romano volano di bocca in bocca. E Spoleto va ad omaggiare la sua diva.
Lucinda Childs, dal canto suo, porta in Italia una sorta di spettacolo omaggio, un lungo racconto/riflessione sulla sua carriera, l'ultimo dice nelle interviste dei giorni precedenti, tenendo tutti col fiato sospeso rispetto al futuro del suo già ricchissimo percorso artistico.
Lucinda la minimal, Lucinda la danzatrice esaltatrice del gesto, concede e si concede uno sguardo limpido e puntuale su se stessa, una solida personalità di scena, che non sembra esaurire con il tempo i contenuti e le emozioni da proporre.