Danza

I Centri per la danza in Italia: se ne discute al Ministero della Cultura

I Centri per la danza in Italia: se ne discute al Ministero della Cultura

Nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura si è svolto il Focus AIDAP sui Centri per la Danza in Italia

Funzioni, modelli gestionali e produttivi, co-progettazione, ricambio generazionale, ridefinizione del concetto di impresa culturale e creativa sono tra gli spunti che hanno sollecitato AIDAP, Associazione Italiana Danza Attività di Produzione, ad organizzare il primo Focus tematico / I Centri per la danza in Italia (Cpd-Crid-Ccn), svoltosi martedì 16 maggio nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura, alla presenza del Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, del Presidente della VII Commissione Cultura Senato Roberto Marti, del Componente della Commissione Cultura al Senato Luca Pirondini, del Presidente AGIS Francesco Giambrone, del Presidente di FEDERVIVO Marco Parri, della Presidente AIDAP Valentina Marini, della Direttrice alla Produzione Centro di Rilevante Interesse per la Danza Daniela Giuliano e del Direttore Generale e Artistico della Fondazione Nazionale della Danza ATERBALLETTO/Centro Coreografico Nazionale Gigi Cristoforetti.

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA


Durante il focus, con dibattito e brainstorming guidati e aperti ai diversi soggetti del sistema in dialogo con le Istituzioni, è stato approfondito il ruolo e lo sviluppo futuro dei Centri per la danza e dell’intero ecosistema della Danza nel nostro Paese, per un primo canovaccio di esperienze e proposte e per accompagnare il processo di stesura della nuova legge.

Oggi la danza e la coreografia contemporanea esprimono pratiche e linguaggi innovativi che producono una nuova autorialità e opere di alta qualità artistica, mostrando nello stesso tempo di sapersi relazionare in modo creativo e originale con luoghi diversi e non convenzionali, agendo  in spazi urbani e del patrimonio, interagendo artisticamente con nuove tecnologie digitali e intercettando pubblici di diverse generazioni, come  il mercato internazionale; misurandosi, infine, con la consapevolezza e la specificità di un’arte che si fonda sui corpi, con la missione di un nuovo welfare culturale.

Ma in mancanza di adeguati interventi strutturali e di sistema, questa versatilità e vivacità artistica e culturale, in Italia è rimasta confinata nella dimensione di alcune buone pratiche. C’è infatti un ritardo culturale sul tema della danza.

La danza, nel nostro Paese, non possiede luoghi propri, tranne i pochissimi casi degli 8 Centri per la Danza riconosciuti dal MIC, e abita gli spazi teatrali prevalentemente nella dimensione dell’atto performativo finale e solo occasionalmente, come ospite, per la costruzione delle proprie produzioni.

I primi segnali volti a colmare questo gap sono da rintracciare, a livello amministrativo, in alcune novità come l'introduzione della fattispecie dei Centri di Produzione della Danza, riorganizzati nel recente Dm 2021 nella divisione tra Centri di Produzione (CPD), Centri di Rilevante Interesse (CRID) e Centro Coreografico Nazionale (CCN), che costituiscono sia un’opportunità per tutto il comparto e per lo spettacolo nel suo insieme, sia la premessa di un impegno delle istituzioni verso la creatività contemporanea e l’assunzione di nuove responsabilità.

L'introduzione di queste realtà nell'ecosistema nazionale ha già generato cambiamenti nella geografia culturale coinvolta, gettando le basi per armonizzare il dialogo con gli Enti Territoriali da un lato, e con la rete europea dall'altro.

Con i Centri si è aperta la possibilità di coniugare progettualmente e sui rispettivi territori, produzioni ed ospitalità, avvalendosi di spazi propri e di spazi in collaborazione con altre strutture, innovando così profondamente un sistema troppo spesso atrofizzato dalla chiusura tra discipline e caratterizzato, in Italia, dalla mancanza di teatri riservati alla danza.

Le funzioni

Partendo dalle funzioni strategiche dei Centri per la Danza, gli operatori del settore presenti nella Sala Spadolini hanno dibattuto sulle tematiche che dovranno essere approfondite nel nuovo codice: la natura giuridica degli organismi, tema che rimanda alla definizione del concetto di impresa creativa e culturale e alle regole per accedere ai finanziamenti pubblici; il superamento della sola valutazione della performance e di un approccio aziendalista, a favore dei valori socio culturali generati sia localmente sia in termini di sistema; il rafforzamento della relazione e rapporto progettuale oltre che di co-finanziamento, con gli Enti Locali; la riscrittura dei parametri di relazione con i mercati internazionali; la valorizzazione di strumenti di ricambio generazionale; la risoluzione del tema degli spazi per la danza; in ultimo, la maggiore definizione delle funzioni e aspettative riposte verso i Centri, ragionamento sull’adeguatezza delle risorse da un lato e sulla sufficiente diffusione sul territorio nazionale dall’altro.

Le dichiarazioni

"Abbiamo già espresso il nostro favore verso il settore della Danza, un’arte importantissima, sia quando è la centrale protagonista, sia quando contribuisce a rafforzarne altre. Penso, per esempio all’Opera dove stiamo lavorando per riportare, partendo da due fondazioni lirico sinfoniche, i corpi di ballo perché riteniamo siano un ramo fondamentale dell’offerta culturale e di spettacolo": con queste parole il Sottosegretario Gianmarco Mazzi ha introdotto il Focus.

Solo poche settimane fa eravamo in questa stessa Sala a discutere dell’importanza della formazione nel campo della Danza in un evento organizzato da AIDAF, ed oggi siamo di nuovo tutti insieme a discutere della produzione della Danza nel Focus di AIDAP. Ritengo che questo sia un buon segno perché in passato di Danza nel nostro Paese si è parlato troppo poco – è stato il commento introduttivo del presidente AGIS Francesco Giambrone - La Danza, e in generale lo spettacolo, sono settori che contribuiscono alla crescita del Paese, alla promozione culturale sui territori, all’inclusione e creano lavoro. È quindi giusto investire su questi settori. Investimento vuol dire risorse ma anche aprire una seria riflessione su finalità, obiettivi, missione e funzione delle varie istituzioni. E in questo senso sarebbe un errore non ragionare in termini di sistema, quindi coinvolgendo e comprendendo tutte le realtà che operano in questo settore in un unico ragionamento politico e progettuale, partendo dall’ascolto delle esigenze degli operatori, e oggi in particolare di quelli che rappresentano i diversi Centri per la Danza, soggetti recenti ma che stanno crescendo e che cercano risorse e spazi per riuscire sempre più e meglio a produrre cultura e occupazione. Abbiamo una grossa occasione a disposizione e sono i decreti di attuazione del codice dello spettacolo. Voglio confermare al Sottosegretario Mazzi, al Governo e al Parlamento che Agis ci sarà ed è pronta con proposte concrete a partecipare ai tavoli di riflessione sulla riforma dell’intero sistema”.

Abbiamo voluto riunire attorno al tavolo le Istituzioni con le Associazione e gli operatori che tutti i giorni vivono ed operano nel mondo della Danza affinché possa aprirsi un dialogo aperto e costruttivo, fondato sull’ascolto e la condivisione – ha affermato la Presidente AIDAP Valentina MariniAl centro di questo primo focus abbiamo posto il tema dei Centri per la Danza perché realtà, ad oggi, di maggiore giovinezza e freschezza di realizzazione. C’era quindi bisogno di approfondire l’argomento e di definire in maniera accurata l’identità della nostra fattispecie prima di andare a mettere a terra delle proposte operative. L’obiettivo è superare una valutazione meramente aziendalista a favore di una che tenga conto dei valori socio culturali generati sia localmente che in termini di sistema in un disegno che armonizzi soggetti, territori e profitto sociale”.
 

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