Danza

La danza incontra la filosofia al Festival Crisalide

La danza incontra la filosofia al Festival Crisalide

Proteiformi proposizioni coreutiche e profonde indagini filosofiche si incrociano nuovamente a Forlì, al Festival Crisalide dall’1 al 10 settembre e dal 2 al 5 novembre. Il regista Lorenzo Bazzocchi disegna una danza tutta al femminile.

Giunge alla ventiquattresima edizione il Festival Crisalide, diretto a Forlì –sede principale il Teatro Félix Guattari- da Masque teatro. Per l’occasione amplia la propria programmazione e si articola in due parti: la prima dall’1 al 10 settembre, la seconda in autunno, dal 2 al 5 novembre.
Un ricco planning di danza, ma anche teatro, musica, video performance, incontri e workshop, a cura di artisti e studiosi italiani e internazionali.

Danza e filosofia

Cuore del Festival la proteiforme programmazione coreutica, frutto della concezione del regista Lorenzo Bazzocchi: “La danza di Crisalide è una danza sotterranea, che si avvicina all’essere, tocca le corde di una strato primordiale. È congiunzione biologica tra il principio di minima azione e l’esplosione trattenuta. È sole imprigionato”.
Si rinnova anche in questa edizione la ricerca sulle arti performative, mescolata a proteiformi indagini filosofiche. Crisalide è costante ricerca filosofica nella danza, o attraverso la danza. E lo è in ogni performance, che rappresenta lo svisceramento della concezione di Bazzocchi della relazione tra movimento, suono e corpo da un lato e anima filosofica dall’altro.
Domande, interpretazioni e risposte, decifrazioni, movimento e stasi si accavallano in perseveranti prigionie ed esplosioni trattenute.

La figura femminile

È la donna l’interprete di ogni frase coreutica del Festival: una danza tutta al femminile, sin da Just Intonation, interpretato da Eleonora Sedioli, in apertura del Festival.  Qui, secondo l’ispirazione del regista,Il corpo-donna diviene segreto senza nascondere niente, a forza di innocenza e precisione. È ancora corpo-macchina: non macchinario, ma dispositivo capace di intrecciare materia vivente ed espressione sonora. Nell’oscurità della scena restano solo il corpo (sull'arpa) e uno strumento (il disklavier piano), ora isolati, quasi slegati: è la relazione, la lotta della figura, a conquistare il centro. Il corpo è in primo piano: pura sostanza deformabile, ha ormai perso definitivamente ogni connotazione umana. È anzi in fuga dalla propria umanità”.

Danza, musica, filosofia e femminilità: non una sola arte quindi, ma arte che sprofonda nell’arte.