Performers di danza in scena da marzo a maggio a Roma, questo è l’obiettivo del progetto di promozione della danza contemporanea.
Lo Spellbound Contemporary Ballet, da sempre impegnato nella costruzione di progetti per il pubblico che abbiano anche una visione internazionale, per la prima volta si trova a dirigere Orbita, una stagione di danza in collaborazione con la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium.
Sei appuntamenti per dieci progetti performativi, tre prime nazionali e due prime romane per un programma che accoglie le creazioni di artisti provenienti dall’Argentina, dall’Olanda, dal Regno Unito e, naturalmente, dall’Italia.
Al Teatro Palladium dal 25 marzo al 21 maggio, attraverso la fusione nel processo creativo di realtà nazionali e internazionali, con artisti emergenti e affermati a confronto, verrà analizzata la danza e la sua evoluzione con il focus sulla complessità del momento, cercando risposte anche attraverso la lente del pubblico coinvolto in incontri prima di ogni spettacolo, superando il confine del mero fruitore e diventando attore in un dibattito aperto.
Le identità omosessuali e transessuali, gli effetti del colonialismo, l’esperienza pandemica, la violenza domestica, il rapporto fra memoria e stress post-traumatico, gli orizzonti del transumanesimo, l’omaggio a Pasolini e quello a Nigel Charnhock, fondatore della celebre compagnia DV8 – Physical Theatre, sono le tematiche fulcro della programmazione.
Alcune anticipazioni sulle proposte in scena
Orbita apre il 25 marzo con uno spettacolo che dal 2008 ha superato 1400 repliche in oltre 30 paesi: Un Poyo Rojo. La spettacolo è una coproduzione franco-argentina che unisce teatro, danza e performance acrobatica, firmata dai coreografi, danzatori e attori Alfonso Barón, Luciano Rosso e Hermes Gaido. Fra divertimento e commozione, lo spettacolo è un invito libertario, giocoso e politico a esplorare tutto il ventaglio delle possibilità fisiche e spirituali dell’essere umano.
Il 2 aprile è il momento di Enzo Cosimi, uno dei coreografi e registi italiani più autorevoli della danza contemporanea internazionale, con tre progetti fra performance e installazione dal titolo Il corpo originario – Sistemi polifonici installativi.
Il 28 aprile Marco D’Agostin presenta Best Regards, un omaggio al coreografo britannico Nigel Charnhock, scomparso nel 2012.
Infine la coreografa di origine serba Dunja Jocic presenta The Previous Owner, uno spettacolo che esplora il tema del transumanesimo.