Il regista e attore si è spento a 72 anni allospedale Grassi di Ostia. Collaborò a quasi tutti i film del poeta e da sempre sosteneva di sapere la verità sull' omicidio dell' autore di "Salò e le 120 giornate di Sodoma".
Lutto nel mondo del cinema. Sergio Citti, regista e attore reso noto dai film di Pier Paolo Pasolini, e' morto questa mattina all' ospedale Grassi di Ostia. Qui era era ricoverato per un peggioramento delle sue condizioni di salute. Citti abitava a Fiumicino. Negli ultimi tempi la sua salute si era molto aggravata: oltre ai problemi di cuore l'attore non si muoveva quasi piu' e si spostava su una sedia a rotelle.
Nato a Roma il 30 maggio 1933, amico di Pier Paolo Pasolini, Citti divenne suo collaboratore in quasi tutti i suoi film, aiuto regista e consulente per il dialetto romanesco. Esordi' alla regia con 'Ostia' (1971), da una sceneggiatura scritta insieme allo stesso Pasolini. Il loro incontro risale alla prima meta' degli anni '50 quando il poeta, trasferitosi a Roma da Casarsa, abbandono' il quartiere ebraico per andare ad abitare a Ponte Mammolo, una borgata sulla Tiburtina. In quella zona, l'incontro con Citti e la scoperta anche grazie all'amico con cui rimase in contatto sempre, di quel popolo della periferia che diverra' scenario dei maggiori romanzi di Pasolini.
Citti è stato autore con Pasolini delle sceneggiature di 'Salo' o le 120 giornate di Sodoma', di 'Mamma Roma' e di 'Accattone' per il quale fu anche attore.
Non fu solo legato a Pasolini, Citti fu collaboratore di Federico Fellini per i dialoghi di 'Le notti di Cabiria', poi di Mauro Bolognini per 'La notte brava' e 'La giornata balorda' e di Bernardo Bertolucci nella 'Commare secca'.
Diresse anche 'Storie scellerate' e poi 'Casotto' (1977), 'Duepezzidipane' (1979) e 'Il minestrone' (1981), con un Roberto Benigni alle prime armi.
Dopo alcuni anni di assenza e' tornato dietro la macchina da presa con 'Mortacci' (1989), e con 'I magi randagi' (1996), grazie al quale vinse il Nastro d'argento ai David di Donatello. Nel '98, 'Cartoni animati' poi nel 2001 ha diretto Giancarlo Giannini e Harvey Keitel in 'Vipera'. L'ultimo film e' uscito quest'anno: 'Fratello e sorella' con Claudio Amendola e Ida Di Benedetto.
''Con la morte di Sergio Citti, Roma, e non solo, perde uno tra i piu' sensibili protagonisti della sua vita culturale, del suo impegno civile. Perde, soprattutto, un 'punto di vista' della societa' che ha fatto discutere e crescere diverse generazioni''. Così il sindaco di Roma Walter Veltroni ha voluto ricordare Sergio Citti.
''Pensando a lui - prosegue - ricordiamo un 'maestro', ma anche un amico. Ricordiamo le sue capacita' di uomo di cinema, del regista di film come 'Casotto' o 'Cartoni animati', dello scrittore di soggetti come 'Accattone', insieme a Pierpaolo Pasolini, lasciando davvero un segno indelebile. Voglio anche sottolineare il
legame indissolubile che legava Sergio Citti alla nostra citta', ad una Roma che all'epoca dei suoi primi lavori era fatta anche di 'borgate' e 'borgatari' e non era quasi rappresentata''.
''Un artista assolutamente originale'' cosi' l'assessore capitolino alla cultura, Gianni Borgna, ha ricordato oggi il suo ''carissimo amico'', Sergio Citti.''Era nato all'arte grazie a Pasolini - ha ricordato Borgna - ma poi aveva trovato un suo stile personale, una sua poetica, dando al cinema film importanti come ''Ostia'',''Due pezzi di pane'', ''Storie scellerate''. L'ultimo ''Fratella e sorello'' lo abbiamo presentato insieme alcuni mesi fa, in una serata al Cinema Embassy che divenne una festa per lui, che giunse emozionato, in carrozzella''.
Borgna ha poi ricordato anche il ruolo importantissimo che Citti ha avuto nel tentativo di far luce sulle circostanze della morte di Pier Paolo Pasolini e nell'inchiesta per la riapertura delle indagini, in cui il Comune di Roma si e' costituito come parte lesa.
''Le deposizioni rese da Citti - ha precisato Borgna - sono diventate fondamentali per capire aspetti non chiariti sulla morte di Pasolini , sono state filmate e resteranno un contributo molto importante. L'ultima volta - ha ricordato Borgna - l'ho sentito un mese fa. Aveva 72 anni era molto malato ma restava un anarchico , fumava moltissimo...ma fino all'ultimo ha combattuto la sua battaglia per far luce sulla fine di
Pasolini''
Sergio Citti, uno dei migliori amici di Pier Paolo Pasolini, riteneva di sapere cosa accadde la notte del 1 novembre di 30 anni fa in cui il poeta fu ucciso. La racconto' al Corriere della Sera, a Rinascita e ad altre pubblicazioni nel maggio scorso, quando si torno' a parlare dell'omicidio per un'intervista televisiva a Pino Pelosi. E la racconto' anche ai magistrati della Procura di Roma che il 13 settembre scorso hanno predisposto la richiesta di archiviazione della terza inchiesta sull'omicidio di Paosolini.
''Quella notte, Pelosi era insieme ad altre quattro persone e quelle persone erano li' per uccidere Pier Paolo. Pier Paolo era scomodo. Scriveva cose scomode, anche sul Corriere. No, non fu una lite: fu giustiziato. Qualcuno aveva deciso che dovesse morire'', racconto' Citti gia' malato e sulla sedia a rotelle.
Con Pelosi, secondo Citti, Pasolini non ebbe un incontro casuale, ma un appuntamento per andare ad Acilia a riprendere la copia originale del film Salò. ''Ad Acilia lo sequestrarono. Poi lo condussero a Ostia, all'Idroscalo. E li' ci fu il massacro. Il ricatto delle pellicole del film Salo' era una scusa. Picchiarono per uccidere, professionisti. Ho sempre pensato che, quei quattro, potessero essere anche poliziotti o agenti segreti. Pier Paolo era scomodo...''. concluse.
Teatro