Teatro

Albertazzi canta Ezra Pound

Albertazzi canta Ezra Pound

In memoria di Ezra Pound, e molto altro. Giorgio Albertazzi, venerdì sera al Teatro dell’Aquila di Fermo nell’ambito dell’Europe Festival 2005, dedicato alla nostalgia, ha riempito il palco con letture, riflessioni e note biografiche sul grande poeta americano che lasciò un segno indelebile sulla poesia del 900. Un tavolo, due sedie, un leggio, fogli sparsi, e un mazzo di fiori bianchi in mano: all’apertura del sipario il grande attore fiorentino si è presentato così al pubblico intervenuto. Nelle prime battute, Albertazzi ha raccontato episodi della tormentata e avventurosa vita di Ezra Pound, di cui un capitolo fondamentale fu scritto in Italia. E’ passato poi alla lettura di alcuni versi giovanili composti dal poeta americano, intervallando di tanto in tanto con alcuni aneddoti sul personaggio, ricordando in particolare un’intervista realizzata da Pierpaolo Pasolini a Pound nei suoi ultimi anni di vita. Momento che fa a sua volta parte del programma di Europe. Il primo ottobre, infatti, alla presenza di Mary De Rachelwitz Pound (figlia del poeta) sarà proiettata proprio l’intervista realizzata da Pisolini. Ma Albertazzi è andato oltre la lettura di un solo autore. Spaziando nel tempo e nelle tematiche, ha toccato uno dei punti più alti della poesia di Tomas S. Eliot, discepolo di Ezra Pound, con Il canto d’amore di J. Alfred Prufrock, probabilmente il momento più toccante della serata. E’ stato poi il turno dell’apertura dei Cantos Pisani, capolavoro assoluto di Ezra Pound. E attraverso il vascello della figura di Ulisse, protagonista dei Cantos e simbolo della rassegna Europe di quest’anno, Albertazzi è approdato a Dante, esibendosi nella lettura del XXVI canto dell’inferno, proprio il canto dell’incontro con il viaggiatore omerico, “Lo maggior corno de la fiamma antica”. Ultima declamazione prima della chiusura del sipario, ancora Divina Commedia, con il canto d’amore per eccellenza, il quinto dell’inferno, “l’amor ch’a nullo amato amar perdona” e le figure struggenti di Paolo e Francesca.