Ricomincia il ciclo di spettacoli “NuovoTeatro”, attività promossa dal Teatro Stabile di Catania è dedicata alla scoperta di nuovi talenti in questo particolare genere d’arte. Giunta al terzo anno, la rassegna, quest’anno ha in programma 12 spettacoli divisi in due sezioni: la prima dedicata agli autori emergenti italiani e, la seconda che punta l’attenzione alla scoperta dei talenti siciliani.
Si parte il 2 marzo con Il tenente di Inishmore di Martin MacDonagh; seguiranno, tra gli altri, La tana (da Kafka) di e con Luigi Lo Cascio; Iniziali: BCGLF di Giovanni Lindo Ferretti e Giorgio Barberio Corsetti; Lamìa di Luisa Stella, con Licia Maglietta; Sulla soglia (da Simon Weil) con Galatea Ranzi. Una sezione è riservata agli artisti isolani, con il ritorno delle compagnie di Emma Dante, Spiro Scimone e Francesco Sframeli, Gruppo Iarba, e le new entry di Davide Enia e Lucia Sardo.
Con nuovoteatro - spiega il direttore del TSC Orazio Torrisi - s’intende dedicare uno spazio specifico alle creazioni più interessanti apparse nelle ultime stagioni o addirittura inedite. La rassegna, ospitata nella sala Musco, è stata anzi potenziata. Dai cinque del 2003 ai sette del 2004, passano a dodici i titoli prescelti, confermando il rilevante spazio che assume nella programmazione dello Stabile catanese la produzione recente degli autori più significativi, con una particolare attenzione rivolta alla nuova drammaturgia siciliana
Lo scorso anno Girodivite ha seguito, con attanzione, quest’interessante progetto del Teatro Stabile, siamo rimasti positivamente sorpresi per la qualità espressa sul palcoscenico. Ricordiamo, tra le tante, le ottime performance della compagnia sud costa occidentale guidata da Emma Dante (presente in cartellone anche quest’anno con un suo spettacolo) e quelle di Spiro Scipone.
Quest’anno il via al cartellone è stato dato dal “Tenente di Inishmore” una novità assoluta per i teatri italiani. Commedia scritta dall’irlandese Martin McDonagh e messa in scena dalla regia di Marco Sciaccaluga.
La tematica e di tristissima attualità, il terrorismo irlandese, il modo di raccontarlo è dissacrante ma, ad una più attenta rilettura funziona bene.
Accade tutto per colpa di un gatto, animale amatissimo dal protagonista che non si fa scrupoli a seminare morte e distruzioni per vendicare la sua presunta morta. Tanto sangue, tanti colpi di pistola e tante ossa segate, per un motivo che alla fine non esiste. Padraig è un crudelissimo terrorista irlandese che difende, in modo assolutamente personale, le ragioni del suo popolo. Cattivissimo e spietato ma dal cuore tenero se si tratta del suo unico amico, appunto, il suo gatto.
Tanta violenza, tanta inutile violenza che, richiama in modo indiretto l’attuale situazione internazionale. Ci sono i terroristi che uccidono per vendetta, ci sono le vittime predestinate, ci sono giochi di potere, c’è tanto rumore di fondo che non fa ben capire la realtà delle cose.
Inquietante e folle, questo Tenente di Inishmore narra di tensioni e lotte, ma anche d’amore e onore. I temi sono pesanti ma sono trattati grottescamente e non manca del sano cinismo. Il modo di rappresentazione della guerra civile assomiglia alla linea che Emir Kusturica utilizza nei suoi film, tra il tragico e il comico, dove sempre traspare un assoluto amore per la vita. Vita che trionfa, alla fine, quando si scopre che il gatto in questione non era morto ma che si era solamente allontanato. Dopo cinque persone andate all’altro mondo e altri due gatti morti, la fame di vendetta dei due protagonisti fa chiedere loro se uccidere questo maledetto gatto non fosse cosa necessaria. I due si guardano, impugnano un bastone in mano decisi a eliminare il felino ma, ad una più attenta analisi decidono che i morti, per quel giorno, bastavano.
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