La bella attrice scoperta da Troisi si confessa: "Dopo il successo del Postino, non mi chiamava più nessuno. Ero terrona, tettona e non avevo studiato recitazione", dice la Cucinotta che sarà presente a Venezia nelle vesti di produttrice del film "All the Invisible Chidren".
Maria Grazia Cucinotta si confessa a Vanity Fair che le dedica la copertina in uscita domani. "Io terrona e tettona , in Italia non mi hanno fatto lavorare per una forma di razzismo". Dopo 'Il Postino' se ne andò in America, racconta: "perché in Italia non mi facevano lavorare. Tornata dall'Oscar, pensavo che sarei stata sommersa dalle proposte. Invece niente, non mi chiamava nessuno".
E ne spiega anche il motivo: "Razzismo. Ero terrona, tettona e non avevo studiato recitazione. Appena aprivo bocca mi facevano il verso per l'accento, dicevano che ero stata miracolata da Troisi.
L'attrice 37enne, sposata con l'imprenditore Giulio Violati e mamma di una bimba di quattro anni, sottolinea il "razzismo" del quale sarebbe stata vittima e ribatte: "io avevo fatto la mia gavetta, anche se venivo dalla televisione". All'inizio la paragonarono a Sophia Loren: "Erano altri tempi - commenta - e, soprattutto, lei aveva un produttore alle spalle che l'ha saputa costruire come un personaggio. Io non ho mai frequentato i giri del cinema, né registi, né produttori".
Dalla vita professionale si passa alla vita privata e alla gestione dei rapporti sentimentali: "Io sono una passionale, se mi dovessi innamorare di un altro, non mi fermerebbe nulla. Mio marito è della stessa opinione. Siamo sposati da 10 anni, con un accordo: nel momento in cui il nostro cuore batterà per un altro, chiuderemo. Io piangerò o lui piangerà, pazienza. Ma non vivremo nell'ipocrisia".
L'attrice presenterà alla Mostra del Cinema di Venezia 'All the Invisible Children', il film che ha appena prodotto, composto da sette episodi, tutte storie di bambini, firmati da registi di fama mondiale come Emir Kusturica, Spike Lee, Ridley Scott, John Woo, Kàtia Lund, Mehdi Charef e l'italiano Stefano Veneruso.
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