Teatro

Enzo Biagi: «Berlusconi non è il mio giudice»

Enzo Biagi: «Berlusconi non è il mio giudice»

«Sono un vecchio cronista e in più di 60 anni non ho mai avuto una querela per diffamazione». «Sono grato al direttore del Corriere». «Non lo riconosco come giudice», ha risposto Enzo Biagi, intervistato da Articolo 21, a Silvio Berlusconi il quale ha ripetuto di condannare un «certo uso della tv pubblica» fatto a suo tempo dalla firma del Corriere della Sera. «Non sono entrato in politica per fare affari o per raggiungere certe posizioni», ha detto Biagi. «Sono un vecchio cronista che ha fatto i suoi mesi di praticantato e in più di 60 anni non ho mai avuto una querela per diffamazione. Ci provò un prefetto, ma perse». «C'È UN CORO DI SÌ» - «Mi attaccano perché attorno a Berlusconi c’è un coro di sì e, allora, qualcuno, che ha qualche obiezione e che non crede tanto alla vocazione politica di Berlusconi, ma piuttosto a una soluzione di problemi personali, certamente è contrastato dal coro», spiega Biagi. «Fabrizio Cicchitto, ovvero "l’Italia gente dalle molte vite", come dice il poeta - parte lombardiano, se non sbaglio e approda a Forza Italia. Chissà che tormentato percorso morale e ideologico. Provo per lui una sincera compassione. È difficile reggere molte parti in commedia. Certo da Riccardo Lombardi a Silvio Berlusconi c’è una bella differenza!». IL CORRIERE - «Il Corriere ha un direttore al quale devo essere grato, per la lealtà e per l’amicizia. E mi scuso pubblicamente per le noie che gli provoco», prosegue Biagi. «Per quanto riguarda poi le manovre intorno al Corriere, credo che il Corriere rappresenti per qualcuno un ambizioso traguardo. Chi ha in mano il Corriere ha in mano il più grande quotidiano italiano e forse la mia lettera di licenziamento!».