Teatro

Giornata con Clooney per tre bimbi malati

Giornata con Clooney per tre bimbi malati

«Un laghée doc, ma con quell'umiltà in più che a noi a volte manca». Chissà se lui si sente un laghée. Di certo i comaschi, ormai, lo hanno adottato. Per la sua affabilità e la sua capacità di svestire i panni del divo. Lui, George Clooney, non ha tradito la sua fama. E in una calda domenica d'estate è stato protagonista, nella sua villa di Laglio, di una di quelle storie che tanto piacerebbero alla 'sua' Hollywood. Un pomeriggio intero dedicato al sogno di tre ragazzini malati di leucemia: incontrare il loro attore preferito. Un pomeriggio che risale a un mese e mezzo fa: il 31 luglio. Rimasto riservato per volere dello stesso Clooney e che soltanto ora una delle testimoni di quell'indimenticabile domenica si è decisa a raccontare. Maddalena («niente cognomi, per carità»), lei sì laghée doc, da anni collabora con un'associazione che aiuta i bimbi malati di leucemia. «Agli inizi di luglio - aggiunge Maddalena - il medico che ha in cura i bimbi mi ha chiesto: 'Ma perché non provi a organizzare un incontro tra Clooney e i nostri bimbi, visto che ormai abita sul lago come te''. Io ci ho provato, senza molta fiducia, in verità». E invece è bastato spiegare all'entourage dell'attore e regista quale fosse lo scopo dell'incontro, per ottenere l'appuntamento: «Ho telefonato al suo manager e dopo soltanto tre giorni abbiamo avuto la risposta». L'appuntamento è per domenica alle 15 meno dieci. A Laglio si presentano in dodici: i tre piccoli (una quattordicenne e due undicenni, un bimbo e una bimba), i loro genitori, il medico, un'infermiera e Maddalena. La piccola comitiva bussa a Villa Oleandra. Ad aprire è lo stesso George. Vestito sportivo, sorridente, accoglie con un abbraccio e qualche parola in italiano i suoi giovani ospiti. «Doveva essere un incontro di qualche minuto. Siamo rimasti da lui per più di tre ore - racconta ancora Maddalena - È stato come essere a casa di un amico, non di un divo». Clooney non è solo. In villa c'è il cuoco, il braccio destro italiano di George, qualche collaboratore. Ma è l'attore a fare gli onori di casa. A portare ai bimbi un cabaret di pasticcini, generose fette di torta, bicchieroni di aranciata e di coca cola. Ed è lo stesso Clooney a chiedere ai genitori dei bimbi: «Volete un caffè'» e a mettersi ai fornelli per prepararlo. «Un uomo fantastico: affascinante più per la sua umanità che per la sua bellezza» è convinta Maddalena. Un pomeriggio di giochi e di sorrisi all'ombra dei cipressi di Villa Oleandra, per i tre bimbi. Una domenica da raccontare con le foto scattate assieme al loro idolo. Alle 18 passate gli ospiti si preparano per i saluti. George non ha alcuna fretta di farli andare via. Anzi, propone: «Vi faccio gli spaghetti'». Sarebbe chiedere troppo. È il momento dei regali. All'unico maschietto della compagnia viene regalata una tuta che Clooney indossava nelle riprese di Ocean's Twelve. A tutti, i copioni autografati del suo Good night, and good luck, vincitore del premio per la miglior sceneggiatura e il miglior autore protagonista al Festival di Venezia («sono sicura che in cielo molte piccole stelle facevano il tifo perché una persona speciale come George vincesse» commenta Maddalena). Poi gli abbracci. E la domanda di rito: cosa volete fare da grandi' La ragazzina di 14 anni, che lotta contro la leucemia da quando è solo una bimba, risponde: la giornalista. Clooney corre a prendere la locandina (inedita il 31 luglio, ndr) del suo film in concorso a Venezia. Poi dice alla piccola ospite: «Mi raccomando: se tu bisogno, telefono me: George, help. E George c'è». L'italiano è zoppicante. Ma il messaggio decisamente toccante. Arriva un nuovo regalo: una moneta. Clooney spiega: «L'hanno regalata a me prima che diventassi attore e mi ha portato fortuna. Ora spero porti fortuna anche a te».