Suso Cecchi D'Amico mercoledi' 21 Luglio compirà 90 anni.
Sceneggiatrice famosissima e decana del cinema italiano, circondata da numerosissimi parenti ed amici del mondo dello spettacolo, celebrerà nella splendida Castiglioncello (LI) il proprio compleanno.
Suso Cecchi D'Amico ha eletto da moltissimi anni questo grazioso paesino della Riviera degli Etruschi a propria residenza estiva di soggiorno e lavoro. Non a caso in questo luogo incantato sono stati ideate le scieneggiature di moltissimi film del secolo scorso.
Augurissimi Suso e grazie.
La sua biografia
Suso Cecchi nasce a Roma il 21 luglio 1914. Le sue origini sono toscane, suo padre Emilio Cecchi, scrittore e finissimo critico letterario e artistico, era di Firenze, sua madre Leonetta Pieraccini era una notevole pittrice. Il suo primo vero contatto con il cinema avviene negli anni '30 quando suo padre viene nominato direttore di produzione cinematografica per la CINES. Casa Cecchi diventa così un crocevia di incontri culturali tra scrittori, sceneggiatori, artisti che vivono a Roma.
Suso Cecchi d'Amico e Luchino Visconti
Sarà lo stesso Visconti a chiamarla per scrivere la prima di una lunga serie di sceneggiature per il cinema, "Bellissima". Nasce così uno dei connubi di maggiore importanza per il cinema italiano: se escludiamo "La Morte a Venezia", Suso Cecchi d'Amico collaborerà a tutti i successivi film di Visconti, da "Senso" al "Gattopardo", da "Rocco e i suoi fratelli" a "Le notti bianche", fino ad arrivare a "Gruppo di famiglia in un interno", "Ludwig" e "L'innocente" (girati con Visconti in pessime condizioni di salute a causa di una paralisi). Sempre in occasione della stesura di "Bellissima" Suso Cecchi d'Amico conosce gli assistenti di Visconti, i futuri registi Francesco Rosi e Franco Zeffirelli, con cui collaborerà successivamente (ricordiamo "La Sfida" e "Salvatore Giuliano" con Rosi, "Fratello sole, Sorella luna" e "Gesù di Nazareth" con Zeffirelli). Ma il debutto alla sceneggiatura era già avvenuto qualche tempo prima di "Bellissima", insiemea Moravia e Flaiano aveva collaborato alla sceneggiatura "Avatar", per Castellani. "Avatar" non fu mai realizzato, ma Castellani chiamò Suso Cecchi per scrivere quella che sarà la sua prima vera sceneggiatura, "Mio Figlio Professore" , scritta insieme a Piero Tellini. Da allora l'attività di sceneggiatrice diventa frenetica, tanto che deve rinunciare al lavoro di traduttrice, collabora così con De Sica a Zavattini per "Ladri di Biciclette" (con cui scriverà anche "Miracolo a Milano"), scrive per Lattuada, Camerini, Zampa, Pagliero ("Roma città libera") fino ad arrivare all'incontro con Visconti. Sono anni intensi per il cinema italiano, a Roma si respira un'atmosfera particolare che porterà alla grande stagione del cinema italiano degli anni '60, a cui Suso Cecchi, nel frattempo diventata D'Amico per aver sposato Fedele D'Amico, figlio del fondatore dell'Accademia di Arte Drammatica di Roma Silvio D'Amico, darà un notevole contributo. Collabora ad alcuni dei film più importanti di quel periodo, tra gli altri scrive "I vinti" e "Le amiche" per Antonioni, collabora a diversi film di Comencini, e infine inizia un lunghissimo sodalizio con Monicelli, collaborando anche alla stesura di "I soliti Ignoti". La collaborazione con Monicelli ci porta fino ai nostri giorni, spesso insieme a Piero De Bernardi e al compianto Leo Benvenuti, sceneggia tutti gli ultimi suoi lavori, "Speriamo che sia femmina", "Parenti Serpenti", "Facciamo Paradiso", e ancora più recentemente "Il cielo cade", premiato al Giffoni Film Festival per la regia di Andrea Frazzi, e la mini serie per la Rai "Come quando fuori piove" di nuovo con Monicelli. Ricordiamo anche "Oci Ciornie" di Nikita Michalkov, prodotto da sua figlia Silvia D'Amico, candidato all'oscar come miglior film straniero nell'1988. Attualmente Suso Cecchi d'Amico, vive e scrive a Roma, ha ancora diversi progetti in cantiere, in particolare sta preparando un progetto sull "L'Orlando furioso". La signora Suso Cecchi d'Amico ha ricevuto diversi riconoscimenti in carriera, tra cui vari Nastro d'argento e, notizia di pochi giorni fa, il Premio Nonino 2001, "A un maestro italiano del nostro tempo".
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