Da:" La pulce nell'orecchio" il giornale mensile di teatro - Rubrica: "la
parola alla regia."
"Nel frattempo che sto preparando e cercando del materiale per scrivere in
questa rubrica inedita dove si parla solo dei registi, ho pensato di
iniziare con me. Il mio lavoro creativo teatrale di regista é stato sempre
focalizzato sull'attore e la sua forte dipendenza dal regista. Ho sempre
pensato a come potrei aiutare e rinforzare l'attore nel suo lavoro di studio
e ricerca per poter impadronirsi nel miglior modo del personaggio che li è
stato assegnato in uno spettacolo. Sono ormai tanti anni che sto facendo
pratica nel esplorare nuovi modi di lavoro con l'attore e lavorando con un
gruppo di attori in questa direzione, con tenacia e costanza siamo riusciti
ad arrivare a un modo di lavoro che è stato messo in pratica con la prima
produzione del "Centro Produzioni Teatrali" di Milano, nato nel 2003 dalla
necessità di provare tutto quello che si è stato scoperto nei 10 anni di
duro lavoro. Per rinforzare l'attore in scena e fargli concentrare tutta la
sua energia nello studio e nella costruzione del personaggio ho fatto
pratica su "La MEMORIA PASSATA DEL PERSONAGGIO" così ho definito questo
nuovo modo di lavorare con l'attore. Come abbiamo lavorato? darò l'esempio
del lavoro che ho fatto nella messa in scena dello spettacolo "Omaggio
all'Attore" andato in scena al CRT Teatro dell'Arte di Milano a ottobre-
novembre del 2004, spettacolo in cui sono riuscita a mettere in pratica il
frutto di questa ricerca. Ho scelto 8 monologhi tratti da Medea, Elettra e
Le Troiane di Euripide, così gli attori potevano concentrarsi sul loro
personaggio ed io potevo lavorare con ognuno di loro anche individualmente.
Secondo me un monologo è un concentrato di energia con la quale l'attore
deve coinvolgere il pubblico e portarlo con se nella storia del suo
personaggio. I monologhi erano di Medea, Elettra, Clitemnestra, Cassandra,
Elena, Andromaca, Ecuba e Corifea. Insieme agli attori creavo ogni giorno la
memoria passata di tutti questi personaggi tramite le improvvisazioni, così
il personaggio iniziava a farsi vivo e a farci capire quale è stata la sua
vita passata per poter essere vero e forte nel presente. Do un esempio di
lavoro su un personaggio, prendiamo Medea: Lavoro sul monologo di Medea (
Euripide) L'attrice che doveva interpretare questo monologo ( di sicuro
conoscete il monologo di Medea quando parla davanti al suo marito Jasone) mi
diceva che lei ha sempre lavorato immaginando tutta la vita di un
personaggio, ma solo immaginare, cioè a occhi chiusi vedeva le scene di vita
passata di Medea dunque un lavoro solo mentale di immaginazione di testa e
di testo. Allora si concentrava ad avere tutte queste immagini e accumulava
tanta tensione ma che non era intensità, anzi era uno spreco di energia che
li dava anche mal di testa. Invece pian piano in questo lavoro si è resa
conto che facendo delle improvvisazioni vere e proprie su la vita del suo
personaggio Medea, tutto li rimaneva fresco nella memoria e accumulava
energia e anche sicurezza del personaggio. Sono tanti gli attori che con
l'aiuto dell'immaginazione creano il personaggio. ma so che fanno tanta
fatica nel calarsi dentro il personaggio con la solo immaginazione.
L'immaginazione non basta per poter creare il personaggio, ci devono essere
delle improvvisazioni fatte fisicamente, vissute davvero in prima persona
dall'attore, per poter rimanere vive nella chimica del corpo fisico e nella
mente e che poi faranno parte della memoria passata del suo personaggio.E'
proprio dentro questo contenitore che l'attore andrà a prendere un'immagine,
un ricordo, un azione e tutto quello che avrà bisogno per la costruzione e
la creazione del suo personaggio. Nel lavoro davo delle circostanze e dei
momenti dall'adolescenza di Medea nella sua casa della Colchide (Georgia)
fino al suo arrivo a Corinto (Grecia) insieme a Jasone e i suoi 2 figli . In
questo luogo di Corinto succede l'azione del monologo presente di Medea che
lo dovrà interpretare davanti al pubblico nello spettacolo per la quale noi
abbiamo fatto tutta questa lunga e minuziosa preparazione.Dunque non più
immaginare ma scoprire in prima persona da quale passato arriva il tuo
personaggio da interpretare in uno spettacolo. Improvvisando su tutti questi
momenti e dunque arrivata al monologo l'attrice si è sentita più forte e
sicura di quello che stava interpretando. Conosceva più a fondo ( mai sarà
abbastanza) il suo personaggio, ormai li era diventato familiare. Nella sua
memoria c'era il vissuto in prima persona della vita passata di Medea.
L'attrice si sentiva piena di tutta questa vita che ha scoperto tramite il
lavoro creativo delle improvvisazioni. Ora lei e il suo personaggio
formavano una solo persona. L'attrice ha riconosciuto di aver fatto molta
chiarezza sul personaggio e di sentirsi più sicura nel affrontare il testo
del monologo. Certo, questo lavoro richiede molto tempo e pazienza, a me ha
preso tanti anni e sono contenta di averli dedicati al teatro e spero di
farlo conoscere e provare a tanti attori e registi che hanno la volontà e il
desiderio di migliorare nel loro processo creativo. Di come è andato in
scena lo spettacolo mi limiterò a trascrivere quello che hanno scritto al
CRT su un foglio di presentazione dello spettacolo:" Uno spazio, un gruppo
di attrici, un testo che si trasforma in materia viva, un pubblico toccato
nel cuore e nella mente, questo secondo Maria Stefanache deve essere
l'essenza di uno spettacolo teatrale ed è ciò che è successo in ottobre al
CRT Salone, dove lo spettacolo ha debuttato."
Maria Stefanache
(assistente di Giorgio Strelher fino al 1997. Successivamente selezionata dal Unione dei Teatri d'Europa, tra i giovani registi europei per il "corso di aggiornamento di regia" con il regista russo Lev Dodin al Maly Drama Teatr di San Petersburg, ed ancora alla "Biennale di Teatro di Venezia" per un Atelier di regia, condotto da Eimuntas Nekrosius)
(assistente di Giorgio Strelher fino al 1997. Successivamente selezionata dal Unione dei Teatri d'Europa, tra i giovani registi europei per il "corso di aggiornamento di regia" con il regista russo Lev Dodin al Maly Drama Teatr di San Petersburg, ed ancora alla "Biennale di Teatro di Venezia" per un Atelier di regia, condotto da Eimuntas Nekrosius)