A questa interrogazione è stato invitato a rispondere il Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Teatro Giuseppe Verdi di Trieste, storica istituzione culturale triestina, gestito dal 2001 dall'omonima fondazione, sta attraversando da tempo una preoccupante crisi finanziaria;
il 24 luglio 2004 si sono dimessi dal consiglio di amministrazione della Fondazione due stimati professionisti, i consiglieri Giorgio Zanfagnin e Carlo Sigliano, di fronte all'impossibilità di perseguire una buona amministrazione della struttura;
ilconsigliere Almerindo D'Amato, di nomina del Ministero per i beni e le attività culturali, ha manifestato in una lettera pubblicata dal quotidiano Il Piccolo il 19 marzo scorso il suo disappunto per la situazione finanziaria in cui si trova attualmente la Fondazione e in particolare in merito alla posizione del direttore Daniel Oren, denunciando in una lunga lettera una serie di gravi inefficienze, che si elencano integralmente:
il conflitto d'interessi del maestro Oren, direttore di orchestra, direttore musicale con competenze artistiche, con un suo segretario/agente rappresentante nella maggior parte delle scritture predisposte al Teatro Verdi dal citato maestro, partecipe egli stesso della medesima agenzia di mediazione;
la dichiarata violazione, in detto contratto di direzione musicale non ancora abrogato, della norma e della prassi per la impasticciata attribuzione appunto anche di una competenza essenziale di direzione artistica: la predisposizione di programmi di attività cui egli stesso prende parte come esecutore scritturato. Va ricordato che non esiste in Italia una sola fondazione lirica che assegni a una stessa persona le due funzioni... Violazione subito e invano da me eccepita e comunque fin dal 9 luglio reiteratamente richiamata dal Ministero e poi dal Collegio dei revisori;
i compensi assolutamente esorbitanti e incompatibili con le finanze del teatro, di tutte le produzioni con cast del maestro Oren e in particolare i propri onorari imposti al Verdi, in perduranza di deficit e violazione dei vincoli di bilancio: 17.000/17.700 euro per ciascuna delle manifestazioni, in tutto 30/36 fra prime e repliche previste annualmente, cioè più del doppio di quanto a lui attribuito da uno dei più solidi e prestigiosi teatri europei, l'Opera di Stato di Berlino;
la richiesta di nomina di un direttore artistico omessa da oltre un anno, benché dal Ministro definita «insopprimibile»; ciò nell'auspicio che non venga poi scelto un personaggio di comodo, strutturalmente enfatizzato, anziché un musicista serio, competente e onesto, libero da implicazioni di agenzia. Che sia in grado cioè di offrire anche un servizio di quotidiana e responsabile assistenza alle complesse esigenze e realizzazioni artistiche - ivi compresa la preverifica delle incongrue ed eteromusicali regie - in una compagine teatrale e sinfonica quale è il Verdi;
i comportamenti antistituzionali di incompatibilità del direttore musicale e di mancato coordinamento, pure prescritto dal Regolamento organico, in sostanziale frattura con le strutture dirigenziali amministrative;
la a tutt'oggi mancata sottoposizione dei programmi artistici, predisposti dal direttore musicale per il triennio 2005/2007, al Cda per un adeguato vaglio preventivo, ancora venuto meno a causa della non corrispondenza degli stessi ai preventivi finanziari già approvati;
la totale assenza, da me censurata invano, di una minima politica di valorizzazione degli artisti del nostro Paese: un solo italiano presente nell'intero cartellone sinfonico del 2005, accanto a tutti direttori e solisti stranieri (sic!) promossi in Italia dalla direzione musicale in evidente unità collaborativa con le agenzie di mediazione;
la creazione di una nuova figura di personale, l'addetto all'organizzazione artistica, in virtù dello sdoppiamento delle competenze della segreteria artistica operato con le modifiche del regolamento organico approvate, per un nuovo incarico già preannunciato, ma per varie ragioni inopportuno e dispendioso, in perduranza di contratto e competenze già in carico alla attuale segretaria artistica;
al fine di raggiungere un formale pareggio di facciata da offrire agli organi di controllo, proporre e rischiare una grave mutilazione della produzione (leggi: ventilato annullamento del Festival dell'Operetta) anziché procedere all'annullamento richiesto di quegli eccessi di spesa sopra denunciati, non è operazione di risanamento ma una spregiudicata ipotesi esiziale per un Teatro come il Verdi, che di quella iniziativa portava singolare prestigio e tradizione;
in reazione alla lettera aperta del maestro D'Amato, il Presidente della Fondazione nonché Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica, trasmettendo la stessa anche al Ministero per i beni culturali, per verificare se si rilevino illeciti penali nella stessa;
in una situazione di tale difficoltà gestionale prima che politica, il Consiglio di Amministrazione si è riunito dal 22 dicembre al 6 aprile e tutte le convocazioni successive sono sempre state rinviate, superando anche i termini previsti statutariamente per la convocazione dei consigli -:
se non ritenga che le posizioni del Maestro D'Amato, consigliere d'amministrazione del Verdi nominato in rappresentanza del Ministero, rispecchino quelle del Ministero stesso;
come il Ministro intenda intervenire sul conflitto in corso all'interno del Consiglio di Amministrazione e sugli evidenti risvolti gestionali che ciò provoca.
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