La storia di un nuovo Iran sta appassionando i lettori che frequentano il sito www.teatro.org. Non si tratta - come la natura della testata potrebbe far apparire - di un nuovo spettacolo portato sulle scene, quanto piuttosto di un racconto, di un diario, di un'affabulazione che con le parole fa viaggiare la mente verso un orizzonte lontano. L'autore è Francesco Rapaccioni, 35 anni, di San Severino, avvocato, giornalista pubblicista.
E gran viaggiatore, come testimoniano le lunghe permanenze all'estero, ultimamente in luoghi che si collocano fuori dai circuiti turistici più conosciuti e, per questo, inflazionati. Rapaccioni è stato dunque in Iran e nel Paese che fu prima dello scià e poi in mano agli ayatollah, ha colto segnali nuovi, una stagione di rinascimento culturale, di voglia di vivere e di apertura all'esterno. Le suggestioni e le atmosfere sono state talmente forti che ha sentito il bisogno di trasmetterle, per condividerle. E il suo racconto è stato così ospitato sul sito internet teatro.org, quello per cui Francesco - con grande competenza professionale - scrive di spettacolo, altro suo grande amore, «viscerale» dice lui. I confini dell'arte e della cultura devono per loro natura essere elastici.
Forti di questa convinzione, i responsabili del sito hanno deciso di pubblicare il racconto, perché, come affermano nella presentazione, «la storia di Francesco Rapaccioni, più che un diario di viaggio, sembra un vero e proprio monologo teatrale, un flusso di coscienza e ricordi». Il racconto è stato inserito in rete due settimane fa, insieme alle foto scattate da Luca Pittoni, ed è stato letto da 30 mila utenti di internet.
Un grande successo, insomma. Meritato - aggiungiamo noi, ci sia per questa volta consentito - perché Francesco è persona sensibile di animo, squisita nei modi e di solida cultura. Una nobiltà d'altri tempi che traspare anche nella scrittura e nel suo sguardo, qui - in questo "Viaggio in nome di Dio", così si intitola il diario - sulla scena e, cosa più importante, sulla vita.
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Teatro