Teatro

Intervista all’attore teatrale Guglielmo Greco

Intervista all’attore teatrale Guglielmo Greco

GELA - L’attore teatrale Guglielmo Greco, gelese doc, unica voce autorevole di questo panorama chiamato “teatro”; ora presidente dell’associazione culturale “Antidoto”: unica compagnia perfettamente funzionante nella nostra città, nota per La fortuna con la effe maiuscola di Eduardo De Filippo ed E fuori nevica di Vincenzo Salemme, Lu curtigghiu di li raunisi di Ignazio Buttitta e Poveri ma felici di Guglielmo Greco che gli sono valsi innumerevoli premi dalle rassegne di Caltanissetta e Acate, in larga parte, e altri in giro per la Sicilia. Ha ottenuto riconoscimenti nazionali come Migliore Attore Caratterista nel premio Fita ’98. – Come nasce la compagnia L’Antidoto, quand’è nata l’esigenza di fare teatro? "L’antidoto nasce nel 1989 da un gruppo di amici che si divertivano con l’attività teatrale offrendola ai giovani e agli anziani. Cominciammo con un lavoro di De Filippo Non ti pago e nel corso d’opera ci siamo accorti che avevamo le caratteristiche per costruire qualcosa di serio. Decidemmo, di costituire l’associazione come cooperativa di spettacolo. Era il periodo delle stragi dei primi anni novanta, e il pensiero comune era: “Ci vulissi n’antidoto ppi stu paisi…” ai mali, ai giovani che senza grandi possibilità, strutture ricettive o centri sociali non hanno occupazione e diventano la merce della delinquenza. Da questo derivò il nome della compagnia. Partì la nostra prima rassegna, al cine-teatro Royal, con quattro spettacoli da noi prodotti: Non ti pago, Lu Curtigghiu di li raunisi, Ulularia e Ammuccia ammuccia ca tuttu pari, con grande successo e con una standing ovation di quindici minuti col grido “Continuate siete bravi!!!”. Ci abbiamo creduto e ci prendiamo in giro ancora adesso, facendo finta di essere attori: è veramente difficile esprimere ciò che si sente e si prova sul palcoscenico. Dopo, la compagnia subì un cambiamento di forma giuridica: da cooperativa di spettacolo passò ad associazione culturale. Alcuni soci avevano abbandonato il progetto ed io acquisii la presidenza mantenendo i fini per cui era sorta. Fu allora che coinvolsi le amministrazioni provinciali e comunali organizzando cinque rassegne nazionali, di cui tre popolari, invitando nomi di rilievo come: Michele Placido, Zuzzurro e Gaspare, Nina Sastri, Valeria Valeri. Abbiamo fatto sì che la città abbia potuto godere, per otto anni, dei frutti dell’attività teatrale". – Che occasioni offre la nostra città per il teatro? "Unica risorsa artistica che sopravvive nella nostra città è la rassegna estiva popolare “La Gorgone”, da noi proposta, adesso intitolata a Vincenzo Paci: attore della compagnia che tutti ricordiamo per il suo impegno sociale nell’aiutare i più deboli e per il suo carattere dolce e altruista. Questa si ripete da cinque anni e l’anno scorso rischiava di saltare per il ritardo nell’approvazione del bilancio comunale". – Come vivete l’assenza di teatro a Gela? "La nostra compagnia è rimasta l’unica fonte a Gela operante a pieno che crede in un progetto chiamato Teatro e lo vuole portare avanti attraverso i giovani che di fronte alla mancanza di spazi di espressione si demoralizzano. Ragion per cui è da anni che provo a formare una compagnia di allievi attori, ma ho trovato un ambiente poco sensibile che ci comporta il dislocamento in più luoghi – chiesa dei frati cappuccini e Auditorium del Itc Sturzo – pur di elaborare gli spettacoli. Ciò non mi ha ancora demoralizzato". – La vostra specialità è il teatro popolare, come mai non vi siete adoperati in qualcosa di più impegnato? "Non venendosi a concretizzare i requisiti adeguati non si riesce ad aumentare la qualità del prodotto: l’impegno profuso è simile a quello che un professionista impiega, ma non si hanno gli stessi compensi economici e di fama (per fortuna!). Se noi avessimo una sede fissa, quale la “sala Multiusi” di Macchitella di proprietà del comune di Gela, potremmo costituire dei corsi interni senza ottenere i favori di nessuno. Rinnovando la struttura, adattandola con aggiunta di poltroncine, adeguando gli impianti audio e luci alle norme di sicurezza e agli standard qualitativi che un teatro richiede riuscendo ad assicurare continue rassegne teatrali, avviandoci verso il professionismo: portando il vero teatro a Gela". L’Antidoto è l’associazione che più si avvicina ad una compagnia vera e propria, può vantare di un vivaio di attori giovani ed esperti e di un gruppo di tecnici dello spettacolo qualificato. L’attuale gestione in comodato d’uso, in maniera impropria, dal dopolavoro Enichem, non dà la possibilità alle associazioni locali di crescere.