Teatro

Marina La Rosa: 'Se penso al mio futuro, vedo il teatro'

Marina La Rosa: 'Se penso al mio futuro, vedo il teatro'

INTERVISTA a Marina La Rosa, protagonista assieme ad Angelo Orlando della commedia "La notte di Natale (e Marzia)". Il debutto è previsto per il 30 novembre al Parioli. Il testo, di Giorgio Serafini Prosperi, ha vinto il Premio Internazionale Ennio Flaiano 2001. Natale e Marzia non potrebbero essere più differenti fra loro. Lei è una vedette televisiva alla prese con una carriera lanciatissima, lui è un ragazzo semplice, puro, affetto da un lieve disturbo mentale. Se per l'una è importante l'apparenza, per l'altro la sostanza. Se lei ragiona in termini utilitaristici, lui si affida alla logicità schiacciante di chi vive in modo innocente. Eppure i loro mondi sono destinati ad incontrarsi, permettendo ai due di stabilire un rapporto vero, senza finzione, né artifici. Tutto questo viene raccontano nello spettacolo "La notte di Natale (e Marzia)", testo vincitore del Premio Internazionale Ennio Flaiano 2001. Il confronto fra i due singolari personaggi di questo lavoro scritto da Giorgio Serafini Prosperi sono Angelo Orlando e Marina La Rosa. Il debutto è previsto per il prossimo 30 novembre al Teatro Parioli. Marina La Rosa, il pubblico la conosce soprattutto per la sua partecipazione alla prima edizione del Grande Fratello. Che tipo di percorso ha fatto da quando è uscita dalla casa di Cinecittà? "Ho fatto diversi stage, ho partecipato a scuole di metodo. In un certo senso, ho frequentato vere e proprio palestre di recitazione. In alcune di queste c'erano guru americani, accreditati dall'Actor's Studios". La proposta in teatro come è arrivata? "E chi lo sa? Il regista mi ha visto, le sono piaciuta e mi ha cercata. Anche io ero un po' stupita. L'ho incontrato, mi ha fatto un provino, e da lì è iniziato il progetto. Tutto questo è avvenuto un anno fa". Come si confronta con il ruolo che interpreta: se lo sente vicino o ha dovuto fare qualche lavoro particolare? "Il mio personaggio ha un'evoluzione. Marzia è una conduttrice arrivista: lei lavora perché scende a compromessi. Solo quando entra in contatto con Natale, portato in scena da Angelo Orlando, si rende conto piano piano che la sua è una vita patinata, fittizia, fatta di cose superflue. A quel punto subentro io, Marina, perché è lì che sento di assomigliare a Marzia. Per il resto, lei è molto diversa da me". Nel senso che lei non è scesa a compromessi? "Sì, infatti. Proprio per questo". Anche lei ha avuto un'evoluzione come il suo personaggio? "Nella seconda fase della commedia Marzia si rende conto che la vita è una cosa ben diversa da quella lei immaginava: si intenerisce davanti a Natale, un uomo capace di dire cose di una semplicità incredibile. Le sue affermazioni sono quasi poesie. E lì avviene il cambiamento. In quel momento Marzia mi assomiglia molto: io sono per le cose vere". Come si trova a lavorare con Angelo Orlando? "Angelo è una specie di extraterrestre: vive in un mondo tutto suo, in una dimensione a parte. È meraviglioso. Resterei a parlare con lui per ore ed ore". Messa in questi termini, si direbbe che Angelo Orlando assomigli molto al personaggio di Natale. "Sì, è vero. Lui dice che da tanto non gli veniva proposto un testo interessante. Non appena gli è stato offerto questo, ha detto subito di sì". Pensa che la sua strada sia quella teatrale? "In questo momento se penso al futuro, vedo il teatro. Mi piacerebbe continuare perché il palcoscenico è vita: attimo dopo attimo ti chiede di creare. È molto emozionante". Le piacerebbe lavorare nel cinema? "Al cinema non ho ancora avuto la possibilità di mettermi alla prova. Spero che arrivino proposte. Lì è un po' diverso perché se una scena va male, può essere girata nuovamente. In teatro questo non avviene, perché sei lì sul palco e devi interagire con altri attori: è una magia". Un sogno nel cassetto? "Trovare la serenità interiore. Al giorno d'oggi mi sembra un bel traguardo". Quali sono i suoi punti di riferimento nel mondo dello spettacolo? "Non ne ho uno preciso. Starei ore ed ore senza mangiare e senza dormire per ascoltare le parole di Albertazzi, però non potrei mai dire che, un giorno, verrei riuscire a dare le emozioni che lui trasmette: non ce la farei mai. Farò altro, forse darò emozioni di altro genere, ma non le sue. Ci sono attrici meravigliose, che ammiro e stimo, ma sarei troppo presuntuosa se dicessi che vorrei essere come loro". Un altro ex inquilino del Grande Fratello, Pietro Taricone, si è cimentato con il teatro. L'ha visto? "Sì. E l'ho trovato molto bravo, alla faccia di quelli che ne hanno parlato male. Noi siamo sempre quelli del GF, e la gente trova sempre qualche scusa per parlare male di noi". È difficile scrollarsi dell'etichetta di ex del Grande Fratello? "Sì, ma alla fine neanche me ne importa. Ognuno vede in noi quello che gli sembra di vedere. Conosco tante persone e tutte pensano cose abbastanza diverse di me. Un'etichetta addosso è una difficoltà da superare, ma non importa più di tanto. In fondo non rinnego la mia partecipazione al reality show". È stato un punto di partenza? "Sì, diciamo di sì. In quel momento mi si è aperto un varco, ho capito tante cose di me. Durante il giorno, tutti noi crediamo di pensare a noi stessi. Ma non è così, perché siamo distratti da tante cose: la tv, l'amica, la telefonata. Alla fine non si ha mai il tempo di rimanere da soli con se stessi. Nella casa del Grande Fratello non avevo via d'uscita. Noi non avevamo la consapevolezza di cosa fosse, e credevamo di essere soli, abbandonati a noi stessi. Ognuno si è trovato a dare un proprio percorso. E questo è servito tanto". Facendo un bilancio, le è servito molto di più a livello di crescita personale che in campo lavorativo? "Io prima del Grande Fratello non lavoravo, perché ero una studentessa universitaria. Cercavo di pagarmi gli studi lavorando in un locale, ma non era quello il mio lavoro. Allora pensavo di dovermi laureare e di seguire un'altra strada. È stato un cambiamento radicale. La vita ha cambiato tutto ed io l'ho seguita".