Il Premio “Parole di Teatro” nasce con l’intento di offrire un riconoscimento per l’impegno profuso nel campo del teatro. La scelta viene fatta tra gli artisti professionisti in cartellone al Teatro Comunale “Curci” nella stagione di prosa in corso.
I soci del Gruppo Filodrammatico Teatro Esperimento dell’associazione artistico – culturale CeSACooP ARTE di Barletta hanno già consegnato questa targa tra gli altri a: Massimo Ranieri, Marisa Fabbri, Gianrico Tedeschi, Paolo Poli, Franca Valeri….
Quest’anno è stato scelto uno dei più grandi artisti internazionali: Yves Lebreton e la consegna sarà fatta nel periodo di permanenza a Barletta per una serie di spettacoli e per l’attivazione di un laboratorio (11 -15 aprile).
Nato a Parigi nel marzo del 1946, il suo primo interesse è stato per la musica . Dal 1962 al 1966 ha studiato chitarra, pianoforte e violoncello. Dal 1966 si è dedicato alla pittura seguendo i corsi de l’Ecole préparation de Dessin de la Ville de Paris. Dal 1964 al ’65 ha fatto parte di un gruppo amatoriale facendo contemporaneamente ricerca sul mimo corporale alla scuola di Etienne Decrox nella quale è restato per quattro anni. Nel 1969 ha fondato l’atelier Studio 2 nel quadro del Teatro Laboratorio Interscandinavo per l’Arte dell’Attore di Eugenio Barba. Questa esperienza è durata fino al 1975. L’anno successivo ha fondato a Parigi il Théàtre de l’Arbre facendo tournées in Europa e nelle Americhe. Nel 1981 ha trasferito il “Théàtre de l’Arbre” in Toscana dove ha creato nel 1983 il “Centro Internazionale di Formazione, Ricerca e Creazione Teatrale: l’Albero”.
…” Qual è il nostro potere di intervento reale in questo universo, in cui ogni tentativo è immediatamente diluito integrato e schedato per congelarsi in una memoria d’archivio?.... bisogna agire. L’indifferenza sarebbe l’annuncio del nostro suicidio e il nichilismo la certezza della nostra morte. Oso sperare che un cambiamento potrà essere operato. ….La nostra forma d’ intervento è simile a un granello di sabbia, il cui peso infimo si aggiunge a quelli depositati sul piatto di una bilancia che noi dobbiamo riequilibrare. E’ così che io penso il teatro, che lo pratico e lo vivo. Se un giorno dovessi riconoscere la totale inutilità e impotenza del teatro di fronte alla disperazione e alla degenerazione della nostra società, cercherei altri modi d’intervento”. (Yves Lebreton)
Teatro