Abbandonato e semi distrutto da più di cinquant’anni, torna a nuova vita uno dei più piccoli e belli fra i teatri d’Italia: si tratta del Teatro Salvini di Pieve di Teco, che vedrà una doppia inaugurazione, venerdì e sabato prossimi e che il 23 e 24 settembre vedrà il primo di una serie di spettacoli che ne costituiranno la stagione a partire dal 2005. La notizia della riapertura di un teatro è certamente in controtendenza rispetto alla norma: in un periodo in cui i teatri faticano a sopravvivere, chiudono o vengono trasformati in megastore, negozi ecc., il recupero, ad opera della Provincia di Imperia che è anche proprietaria dell’immobile e della Fondazione CARIGE che ne ha finanziato il restauro, di un teatro-bomboniera in un piccolo paese dell’entroterra dell’estremo ponente ligure è certamente una novità che mette gioia e fa ben sperare sul futuro – anche in luoghi non centralissimi- di un’arte che accompagna l’uomo da sempre. Una notizia che rende inoltre giustizia ad una storica attitudine di Pieve di Teco come centro di attività artistiche e teatrali: le prime informazioni sulla propensione di questa cittadina a ospitare e a realizzare spettacoli teatrali messi in scena sia da compagnie locali e dialettali sia da compagnie professionali di giro risalgono ai primi anni del 1700. Alcune testimonianze storiche infatti definiscono gli abitanti di Pieve di Teco “molto inclinati e molto amanti della musica e del teatro”. L’inaugurazione del Teatro Salvini rappresenta un segno diverso anche rispetto all’utilizzo delle risorse: in un periodo in cui si tende a concentrare e a accentrare nelle grandi città le occasioni di svago e di scambio culturale, il ricupero di un piccolo teatro posto nell’entroterra rappresenta anche la volontà di contribuire a rivitalizzare il capitale sociale, culturale, turistico e naturalistico di zone che hanno negli ultimi decenni un po’ patito il confronto con la zona costiera. Il Teatro Salvini è una sala atipica e bellissima soprattutto per le piccolissime dimensioni e per la grazia strutturale di chiaro impianto tipicamente sei-settecentesco a ferro di cavallo; 43 metri quadrati di palcoscenico, 90 posti tra la platea e i 16 palchetti su due ordini sono le note tecniche del Salvini, una sala che proprio grazie alle ridotte dimensioni attira da sempre visitatori italiani e stranieri incuriositi dalla particolarità dell’impianto e dalle misure mignon di questo teatrino che vanta però una lunga e illustre storia di attività artistica a partire dal 1834, anno in cui fu edificato.
Nel corso del restauro, all’interno dei camerini posti sotto il palcoscenico, oltre a pitture e decorazioni di grande bellezza è stato ritrovato l’autografo di un grande del teatro ligure e italiano: Gilberto Govi che vi recitò più volte (prova ne è anche una locandina ritrovata nel corso dei lavori), a testimonianza del genere di frequentazioni avute nella “bomboniera” di Pieve di Teco.
Pur di dimensioni così ridotte il Teatro Salvini si candida ad ospitare non solo monologhi, ma anche incontri, conferenze e concerti solistici o da camera grazie anche all’ottima acustica che il restauro, effettuato da ebanisti specializzati sotto la supervisione della progettista, l’architetto Maria Carmen Lanteri, ha restituito alla sala. Un piccolo teatro per una grande occasione: il rilancio di una frazione di entroterra fra i più belli dell’intera Liguria.
Teatro