Dopo la forza esuberante de ''Il giardino dei ciliegi'' e di ''Platanov'', il regista russo Lev Dodin affronta ''Zio Vanja'', di Anton Cechov in scena al teatro Valle dal 14 al 17 aprile. La tragedia, interpretata in lingua russa con sopratitoli in italiano, ha come sfondo la residenza dei Serebriakov, dove improvvisamente si interrompe la tranquilla esistenza dello zio Vanja e della nipote Sonia a causa dall'arrivo del professor Serebriakov -vedovo della sorella di Vanja e padre di Sonia- e della sua giovane e avvenente moglie Elena. All'interno della tenuta si apre quindi un conflitto fra il protagonista e il professore che sfocera' in un tentativo di omicidio. La calma e la monotonia si ristabiliranno quando il padre di Sara e la moglie decideranno di abbandonare la casa e di partire.
''La vita scorre e prima o poi, a volte presto, altre piu' tardi - ha scritto commentando Lev Dodin a proposito dell'opera di Cechov- si comincia a percepire il proprio passato come qualcosa di prezioso che non si e' riusciti a sfruttare a pieno. Iniziano a baluginare i fantasmi dell'altra vita, quella che non e' stata vissuta. In quest'altra vita si esaudisce ogni grande desiderio, ogni speranza si realizza, le piu' dolci fantasie prendono corpo. Tutto cio', insieme a molte altre cose, rendono i lavori di Cechov, e in particolare il bellissimo ''Zio Vania'', una semplice ma eterna melodia su temi semplici ma eterni.''
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