Per la prima volta in Sardegna un'esclusiva e preziosa collezione di antiche xilografie giapponesi intimamente legate allo straordinario universo del teatro kabuki.
Il kabuki era un teatro popolare colorato, sensuale, ricco di enfasi, stravagante e volutamente artificioso. Originario del Giappone della fine del XVI secolo, metteva in scena la cultura e le aspirazioni della borghesia mercantile (chonin bunka), che deteneva il controllo economico del Paese, ma cui era precluso l'accesso al potere politico.
L'origine del kabuki viene fatta risalire all'attività di Izumo no Okuni, una danzatrice sacra del tempio di Izuno no Oyashiro, a Kyoto, che, nei primi due decenni del XVII secolo, allestì spettacoli innovativi, intrisi di sensualità e ricchi di trovate sceniche, molto popolari tra il pubblico. Fra il 1603 e il 1652, il teatro kabuki ebbe i suoi primi tre stadi di sviluppo: all'originario onna kabuki, il kabuki delle compagnie di attrici, fecero seguito il wakashu kabuki e lo yaro kabuki, in cui i ruoli femminili furono impersonati, rispettivamente, dagli adolescenti e poi dagli uomini adulti di basso rango (onnagata), a seguito degli interventi censori delle autorità, preoccupate del diffondersi della prostituzione femminile e poi di giovani efebi, quale conseguenza delle rappresentazioni teatrali. È nel periodo Genroku (1688-1703) che il teatro kabuki raggiunse la pienezza delle sue forme espressive: furono codificati il mascheramento (costumi e trucco), gli accompagnamenti musicali e la presenza degli oggetti scenici, mentre, scomparsi i teatri all'aperto, le rappresentazioni si tennero in edifici appositamente deputati che legarono la loro fama a quella delle compagnie che vi recitavano. L'attuale parola kabuki si scrive con gli ideogrammi ka = canto, bu = danza, ki = tecnica, abilità, scelti appositamente per significare i tre elementi che lo caratterizzano. In origine, però, kabuki derivava dal verbo katabuku che ha il significato negativo di deviare, comportarsi in modo eccentrico, dissoluto, erotico.
Il kabuki e la sua storia sono indissolubilmente connessi all'attore, ai suoi ruoli, alla sua esperienza scenica e alle sue invenzioni. Nell'evoluzione del genere, sono stati gli attori a proporre e modificare gli stili teatrali, i movimenti della recitazione (kata), le sonorità vocali, l'accompagnamento musicale e i caratteri del mascheramento. In molti casi, il mestiere di attore e il patrimonio di esperienze e di oggetti scenici si sono tramandati di padre in figlio. Ancora oggi, operano eredi diretti di attori del XVII secolo come Ichikawa Danjuro XII (n. 1946), Iwai Hanshiro X (n. 1927) o Sawamura Sojuro IX (n. 1933).
Una caratteristica di rilievo del kabuki è l'interazione tra l'attore e il pubblico. Il legame fra gli ammiratori e un divo del teatro kabuki è forte a tal punto che la tradizione ha ritualizzato l'atto di applaudirsi per ringraziarsi reciprocamente (teuchi shiki). La buona riuscita di uno spettacolo kabuki dipende in buona parte dal corredo teatrale e dalle scenografie. Il corredo definisce il ruolo impersonato dall'attore e ne determina il livello. Esso si compone di straordinari costumi e di parrucche, trucchi, fasce, fazzoletti, stemmi, ventagli, armi e armature, di cui lo spettatore condivide i significati simbolici. Le scenografie prevedono sfondi dipinti, sipari, tende, piani, pedane, piattaforme girevoli e altri congegni che permettono una restituzione stereotipata, ma vivace e ricca di effetti, della realtà. L'allestimento, inoltre, non può prescindere dalla presenza di un coro e di un'orchestra, con strumenti tradizionali molto diversi, tra i quali una sorta di chitarra a tre corde (shamisen), i flauti, il gong e altre percussioni.
Il mondo magico di fascinazione e illusione del kabuki si riflette nella vastissima produzioni di immagini e pubblicazioni, stampe e libri, che, a partire dal XVIII secolo, hanno relazione con il teatro. La mostra, organizzata dall'International Center for Studies in Anthropology of Art di Cagliari, e promossa dall'Assessorato alla Cultura della Regione Sardegna, dal Comune di Villasimius e dall'Area Marina Protetta di Capo Carbonara, per la prima volta in Sardegna presenta un'esclusiva e preziosa collezione di antiche xilografie giapponesi, legate allo straordinario universo del teatro kabuki. Per l'elevato valore artistico la mostra ha ottenuto autorevoli patrocini: Medaglia d'Argento della Presidenza della Repubblica Italiana, Senato della Repubblica Italiana, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Affari Esteri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Unesco, Istituto Giapponese di Cultura.
Nella sala delle Esposizioni Temporanee di Villasimius, rinnovata per l’occasione, vengono esposte 47 antiche incisioni che costituiscono autentici capolavori dei maggiori maestri giapponesi operanti nel periodo Tokugawa. Si tratta di opere appartenenti a collezionisti privati, di formato variabile, fogli singoli, dittici e trittici. Le opere sono state suddivise in due gruppi che verranno esposti alternativamente. La raffinatezza estetica e la complessità etica di tali stampe vengono scandagliate e approfondite da una lente multimediale che precisa i particolari della rappresentazione artistica, secondo chiavi di lettura multifocali e multilivello. Nel contesto dell’esposizione, infatti, è prevista una proiezione che presenta una sequenza di scene in movimento tratte da vere performance dell'età moderna. L'impatto per il visitatore è di sicuro effetto. All'interno del percorso espositivo, egli viene guidato alla scoperta di uno stile pittorico inusuale, ispirato alle rappresentazioni popolari di un genere teatrale così ricco di colore e fascino che difficilmente altri spettacoli al mondo hanno potuto superare. Le pitture esprimono altresì uno stretto legame con la vita e la cultura giapponese di quell'epoca e, più in generale, con le filosofie e la visione del mondo delle civiltà d'Oriente.
L'allestimento, progettato dallo Studio Cupellini di Firenze con la direzione artistica di Bianca Laura Petretto, intende riproporre in termini spaziali il percorso verso una migliore conoscenza di una civiltà ricca e complessa come quella del Sol Levante. Il percorso espositivo esemplifica otto temi portanti dell'arte e della cultura teatrale nipponica. Per ciascun tema, verranno esposte alcune stampe di carattere paradigmatico e di altissimo valore artistico ed estetico, seguendo un ordine cronologico che parte dal Settecento fino ai primi del Novecento. Fra le opere esposte, si segnalano alcuni capolavori assoluti della xilografia giapponese.
Il seminario di studi
In Settembre, a conclusione della manifestazione, si terrà il seminario «Kabuki: teatro popolare», organizzato da Punto a-ICSAA di Cagliari, con il coordinamento scientifico del prof. Paolo Puddinu, con l'intento di avvicinare il pubblico più vasto alla storia di un popolo affascinante, per l’elevatezza e la peculiarità delle sue realizzazioni artistiche e culturali.
Gli interventi, tenuti da massimi esperti del settore, docenti universitari e studiosi d’arte giapponese, faranno luce sui significati e sui valori della tradizione del teatro popolare classico e moderno, inquadrandolo nel più ampio contesto della storia e della cultura del Giappone.
Il programma prevede gli interventi del prof. Paolo Puddinu, docente di Storia e Istituzioni dell’Asia e di Lingua giapponese all'Università degli Studi di Sassari (Il teatro dei poveri e il teatro dei ricchi nella storia giapponese); il prof. Bonaventura Ruperti, docente di Lingua giapponese e Storia del teatro giapponese all’Università degli Studi «Ca’ Foscari» di Venezia parlerà del rapporto tra il teatro kabuki e la produzione letteraria dell'epoca (Kabuki e letteratura); quindi sarà la volta del prof. Marco Fagioli, studioso e collezionista di xilografie giapponesi, oltre che prestatore della maggior parte delle opere in mostra, a illustrare il valore storico e artistico dei capolavori in esposizione (Il kabuki nella produzione delle stampe giapponesi); chiuderà il seminario la relazione di Ida Kuniaki (Performance kabuki nel teatro contemporaneo), famoso regista e fondatore di una delle maggiori scuole internazionali di teatro a Milano.
Kabuki: l'Arte del teatro nel Giappone dei Tokugawa
Villasimius, Sala Esposizioni Temporanee, Piazza Giovanni XXIII
8 Luglio - 30 Settembre 2005
Inaugurazione: venerdì 8 luglio 2005, ore 20,30
Teatro