Teatro

Teatro in lutto per la scomparsa dell'attrice Nuccia Fumo

Teatro in lutto per la scomparsa dell'attrice Nuccia Fumo

Chi non ricorda la simpatica vecchietta che con la sorella Nunzia interrogava la cabala del ricevitore del Lotto in "Così parlò Bellavista"? Oppure la "zia Nuccia" che faceva da tata a Massimo Ranieri nello show del cantante andato in onda su Raiuno nel 2000? Nuccia Fumo, era, nella vita come sulla scena, ironica, intelligente, rigorosa, il tono della voce squillante e inconfondibile. Era nata a Napoli nel 1917 da una famiglia d'attori: Eugenio Fumo e Linda Moretti. Il padre, Eugenio Fumo fondò con Salvatore Cafiero la famosa ditta Cafiero-Fumo che nel 1920 portò in giro per il mondo la sceneggiata napoletana. Nuccia ha iniziato da piccola a calcare le tavole del palcoscenico nella compagnia paterna. Da giovanetta entra a far parte della compagnia di Gennaro Di Napoli prima e poi quella di Vincenzo Scarpetta. Il carattere e la verve recitativa le hanno consentito di passare con facilità dalla sceneggiata (anche con i Maggio) alla decennale collaborazione con Peppino De Filippo, fino ad arrivare a registi del calibro di Scaparro, Nello Mascia e Strehler che la volle nella storica messinscena de "I Giganti della Montagna" di Pirandello. Nuccia Fumo si cimenta anche nel cinema con tre films di De Crescenzo: oltre al già citato "Così parlò Bellavista", ricordiamo "Il mistero diBellavista" e "32 Dicembre"; con la Wertmuller in “Sabato, domenica e lunedì” e con Massimo Troisi in "Pensavo fosse amore invece era un calesse". L’abbiamo applaudita per l’ultima volta due stagioni fa, al teatro Trianon di Napoli, diretta da Antonio Calenda nello spettacolo "Sceneggiata", un omaggio alla compagnia fondata dal padre, dove interpretava sé stessa.