Teatro

'Un NAMORO eterno' in scena, nelle lettere, con la musica

'Un NAMORO eterno' in scena, nelle lettere, con la musica

Ha diciannove anni, è allegra, sveglia, indipendente e, contro la volontà dei suoi genitori, ha deciso di trovare un impiego. Conosce il francese, sa scrivere a macchina e sa anche qualche parola di inglese. E così si è presentata alla porta di una ditta di trapani per un colloquio di lavoro. Mario Freitas da Costa la ascolta, e settantadue ore dopo l’assume. Il primo giorno, davanti alla sua nuova scrivania, Ofélia trova un uomo vestito tutto di nero, con gli occhiali, un cappello con la falda alzata ed una cravatta a farfalla. E’ Fernando che ha già perso la testa per lei. Inizia così il namoro dei due, con sguardi, bacetti e bigliettini. E tante, tantissime lettere d’amore. Nel 1920 la storia tra Ofélia e Fernando corre sulle rotaie dei tram di Lisbona e si consuma dietro una porta. Nel 2005 un surreale Lorenzo Marangon ed una vezzosa Linda Montecchiani li fanno tornare in vita su di una pedana di legno, con appena una panchina, due sedie e “O Infante” di Dulce Pontes dispersa nell’aria. Perché se due anni fa Archinto pubblica questa corrispondenza amorosa “Mio caro Nininho”, quest’anno il festival letterario Passepartout di Asti l’ha ospitata e messa su palco grazie ai due talentuosi attori, diretti dalla regista Ana Maria Ghisalberti ed il drammaturgo Paolo Bolla. Non c'è nulla di meglio da leggere in scena, nelle lettere, con la musica, che un namoro così eterno.
Alice Avallone