Giunta ha dato incarico ai tecnici comunali di valutare il valore della struttura di Piazza Repubblica. Entro fine mese i lavori all'ex cinema Rivoli.
Il primo passo per l'acquisto del teatro Apollonio da parte del Comune è stato compiuto. La Giunta ha infatti dato incarico ai tecnici di Palazzo Estense di valutare lo stato della struttura di piazza Repubblica, per determinarne l'esatto valore in vista dell'acquisto. Attualmente il teatro è di proprietà del Gruppo 2A, che fa capo all'imprenditore Federico Guglielmi, che paga al Comune una concessione per l'occupazione di suolo pubblico. L'Amministrazione a sua volta deve programmare almeno 80 serate all'anno pagando l'affitto della struttura, con un costo annuale che si aggira intorno ai 200 mila euro. «Questo aspetto - spiega l'assessore alla Cultura Francesco Musajo Somma - è stato uno dei motivi della decisione. Se la struttura è in ordine, facendo un mutuo per l'acquisto andiamo a sostenere una spesa annuale come quella che sosteniamo oggi per l'affitto delle 80 serate, a volte con eventi che non avevano la necessità dei 1200 posti del teatro, e con una cifra spalmata in un arco di tempo accettabile. Inoltre con un teatro che è di proprietà di privati, la città puo' correre il rischio di non avere a disposizione la struttura quando le serve».
Il teatro di Varese era costato 2 milioni e mezzo di euro circa. Quanto è disposto ad offrire il Comune e come sarà la gestione del futuro è ancora troppo presto per dirlo. «Noi non possiamo sapere quanto sia costato, l'attuale proprietà è un privato e non era tenuto a presentarci fatture o quant'altro. La cifra che si disse allora era quella».
Entro la fine di maggio dovrebbe partire anche il cantiere per la sistemazione dell'ex cinema Rivoli. La storica sala sarà trasformata in una struttura polivalente per eventi culturali di vario tipo. «Il Rivoli diventerà la nuova casa della cultura varesina - conclude Musajo Somma -. Miglioreremo l'acustica, il palco e la sala. Ipotizziamo di ospitarvi la scuola di teatro della professoressa Anna Bonomi, il teatro dei burattini di Chicco Colombo. Insomma tutte quelle manifestazioni orfane di un luogo dove potersi esprimere».
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