All’improvviso in una sala di…

All’improvviso in una sala di…
All’improvviso in una sala di teatro ci si trova a ripercorrere fantasie, immagini, visioni e memorie che non ci appartengono, ma catalizzano la nostra attenzione… L’obbiettivo è ridefinire il linguaggio coreografico riconducendolo continuamente al suo momento creativo, raccontandolo verbalmente, quasi per dare una didascalia alla danza che sia capace di prendere per mano lo spettatore, aiutandolo a percorrere le vie dell’immaginazione. Il tema del progetto è rappresentare ciò che non c’è nel qui e ora, ma c’è stato nel passato e lo si può riproporre perché sempre presente nella memoria dell’attore. L’oggetto mancante è, infatti, una precedente performance della stessa compagnia, “I Know I Know”. Al Litta “I Know I Know” non ci sarà! Al suo posto la sua stessa assenza/essenza. Adesso che è sparito, “I Know I Know” deve essere raccontato. Così una voce narrante accompagna fotogrammi e danze per darne una chiave di lettura semplificata. I piani temporali vengono moltiplicati. Le fotografie, segni di un passato da ricordare, si mescolano alla cornice vuota in cui il corpo si muove, creando un presente instabile. È il gioco della memoria, che seppur con stili e linguaggi diversi, unisce spesso il teatro odierno. Semplicistico potrebbe risultare il rimando al “teatro della sottrazione” di Samuel Beckett; alla Winnie di “Giorni Felici”, che ricorda nostalgicamente i tempi andati dal monticello di terra ed erba nel quale è imprigionata. Il tempo, minuto per minuto, la fa scomparire ed insieme a lei scompare la linea sottile che separa passato e presente. Semplicistico il paragone, perché la tristezza di cui è intrisa l’opera beckettiana non è presente in quella di Espz. Allora forse più che al teatro ci si può rivolgere al cinema per trovare un aggancio! Per esempio a quello di Jean Pierre Jenet, i cui tuffi in mondi lontani e passati stimolano l’immaginazione, facendoci entrare senza possibilità di uscita in una realtà fantastica. “Disparitions”, però, si svolge in un teatro ed ha intenzione di riportaci lì, dopo averci accompagnato nel viaggio. Forse per l’opera d’arte non possono esserci paragoni. Buona visione ed a ciascuno i suoi ricordi. Milano, Teatro Litta – 14 Aprile 2006-04-14