Napoli è da sempre motivo d’ispirazione per tanti autori che vogliono mettere in scena la sua storia e la profonda arte teatrale. L’autore in questione, Costantino Punzo, ha scritto e diretto “Teatrandando”, un musical che ripercorre la storia del teatro napoletano attraverso un viaggio immaginario nelle epoche artistiche che hanno visto nascere scritti teatrali, testi di canzoni, autori ed attori famosi. Proprio durante queste epoche il teatro napoletano si è evoluto ed ha aperto i suoi confini a tutto il mondo.
Si ripercorre il 1600 con la “Gatta Cenerentola”, la favola di Giovan Battista Basile messa in scena, all’epoca, dal Maestro De Simone. Punzo ha voluto rappresentare il brano delle Lavandaie per dare conoscenza di alcuni testi canori dell’epoca e per indicare l’origine delle famose “tarantate”, il famoso ballo che le lavandaie eseguono durante questo estratto.
E’ la volta del 1700 che ha visto la nascita della Commedia dell’arte e, quindi, della maschera di Pulcinella, padrona assoluta per circa due secoli del teatro napoletano. Per dare una giusta rappresentazione di quest’antica e nobile arte, si è messo in scena l’atto unico “Il S. Carlino”. L’unico scopo è di far conoscere le maschere ed i personaggi che componevano il teatro della Commedia dell’arte partenopea. Proprio Pulcinella deve la sua celebrità al fatto di essere stata rappresentata da moltissimi attori, tra cui viene ricordato il grande Antonio Petito. Fu egli stesso l’artefice del passaggio della “maschera” affinché non muoia mai.
Il 1900, infine, è il secolo più ricco di eventi teatrali.
Innanzitutto, non si può non ricordare l’arte e la maestria di Eduardo Scarpetta, il quale concesse popolarità alla figura di “Felice Sciosciammocca”, che dominò la scena napoletana dal 1870 ai primi del ‘900. Qui, l’autore ha voluto rappresentare un brano tratto da “‘O Scarfalietto” nella scena della famosa arringa dell’Avvocato Tartaglia.
Il novecento ha visto anche l’acquisizione, dalla Francia, del “Cafè chantant”. Fu il famoso “Salone Margherita” ad accogliere l’esibizione di soubrettes, famosi macchiettisti e ballerine dal corpo avvenente. A ciò, si aggiunse la nascita de “La sceneggiata”, una forma di teatro popolare di cui Punzo ha voluto dare una breve rappresentazione.
L’attività teatrale partenopea del ‘900 è ancora intensa. Il grande Raffele Viviani fu uno degli attori più incisivi dell’epoca. Difficile la scelta tra le sue numerose opere ma Punzo ha preferito rappresentarlo attraverso l’interpretazione della poesia “Guaglione”, il suo lavoro autobiografico, e attraverso “A musica de’ ciechi”.
Non si poteva non omaggiare Eduardo De Filippo, un grande interprete del teatro napoletano del novecento. Il Teatro S. Ferdinando ha visto la sua realizzazione artistica con la messa in scena di diverse grandi opere. Qui, ci si è soffermati su un estratto da “Filumena Maturano” (bella l’idea di dare voce ad Eduardo!!!), una delle opere più commoventi. L’attenzione si sposta, infine, dal teatro S. Ferdinando ad un teatro “cantina” di Provincia che vide la scoperta di un genuino e geniale attore napoletano, Massimo Troisi, la cui arte c’è stata privata troppo in fretta. Costantino Punzo, che ha conosciuto Troisi ed ha iniziato con lui il suo percorso artistico, intende ricordarlo attraverso alcuni versi scritti da Roberto Benigni, accompagnato dalla colonna sonora de “Il Postino”.
Lo spettacolo, nell’insieme, è discreto, nonostante le diverse imperfezioni riscontrate nella messa in scena dell’opera. La compagnia “amatoriale” ha dato prova della passione che lega i singoli partecipanti alla storia del teatro napoletano ed è stata il tramite per istruire quanti erano ignari della profonda tradizione partenopea. L’esperienza artistica di Punzo la fa da padrona e determina il successo dello spettacolo.
Napoli, Taetro Bolivar, 10 maggio 2008
Visto il
al
Tordinona - Sala Pirandello
di Roma
(RM)