Terzo dei miti moderni di Pirandello. Dopo il religioso "Lazzaro" e il sociale "La Nuova Colonia", I Giganti della Montagna è il mito dell'arte. Rappresentato postumo nel 1937, è l'ultimo dei capolavori pirandelliani ed è incompleto per la morte dell'autore. La vicenda è quella di una compagnia di attori che giunge nelle sue peregrinazioni in un tempo e luogo indeterminati: al limite, fra la favola e la realtà, alla Villa detta "la Scalogna". Non aggiungerò parole alla trama, ma voglio dire di altre possibilità che vorrei assecondare.
La più importante è rispetto al fascino del "non finito", "non concluso"; all'attrazione che ho sempre avuto per i testi cosiddetti "incompiuti". Sono così giusti rispetto al teatro: l'incompiutezza è per la letteratura, per il teatro è qualcosa di ontologico. Trovo perfetto per Pirandello e per il Novecento che il lascito ultimo di un autore così fondamentale per il contemporaneo sia senza conclusione. Senza definizione. Senza punto e senza il sipario.
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Coreografo:
Marco Mencacci - Federico Lepri
Protagonista:
Roberto Latini
Scenografo:
Silvano Santinelli - Luca Baldini
Direttore:
Max Mugnai
Regia:
Roberto Latini
Autore:
Luigi Pirandello
Produzione:
Fortebraccio Teatro, Emilia Romagna Teatro
Durata:
80 minuti
Numera atti:
1
Anno di produzione:
2014