La coscienza di Zeno, pubblicato nel 1923, è il romanzo più maturo e originale di Svevo. In esso si riassume l’esperienza umana di Zeno Cosini, il quale racconta la propria vita in modo così ironicamente disincantato e distaccato che l’esistenza gli appare tragica e insieme comica. Zeno ha maturato alcune convinzioni: la vita è lotta; l’inettitudine non è più un destino individuale, ma un fatto universale; la vita è una “malattia”; la nostra coscienza un gioco comico e assurdo di autoinganni più o meno consapevoli. Il romanzo possiede un’architettura particolare: l’autore abbandona il modulo ottocentesco del romanzo narrato da una voce anonima ed estranea al piano della vicenda e adotta l’espediente del memoriale, del diario, in cui la narrazione si svolge in prima persona e non presenta gli avvenimenti nella loro successione cronologica lineare, ma inseriti in un tempo tutto soggettivo che mescola piani e distanze.
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Regia:
Maurizio Scaparro
Autore:
Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo