Inizieranno nei primi giorni di luglio, in Toscana, per poi spostarsi a L'Aquila e dintorni, le riprese del film “L’amore non crolla mai”, opera prima di Roy Geraci, giovane regista siciliano dalla già vasta esperienza in campo di produzione cinematografica e dalle idee molto chiare.
La storia è ambientata in Abruzzo, e più precisamente ad Onna (AQ), paesino divenuto tristemente celebre a seguito del devastante sisma del 2009...
So che girerai questo film tra Toscana e Abruzzo…
RG: Sì, praticamente le location del film sono in Toscana nella zona di Viareggio e di Stazzema, dove hanno girato il film di Spike Lee, “Miracolo a Sant’Anna”. Ricostruiamo la Onna del ’44, quando c’è stata la famosa strage dei tedeschi nei confronti di 17 civili. La ricreiamo lì su e gireremo degli interni lì. Poi, invece, il resto del film, praticamente sarà tutto girato tra L’Aquila, Onna il vecchio paesino e anche il nuovo volendo, Scoppito e… forse a Tornimparte, anche, qualche scena.
Onna è divenuta famosa recentemente con il terremoto del 2009, ma tu addirittura conosci pure i fatti legati alla strage del '44… Come ne sei venuto a conoscenza?
RG: Assolutamente, ti spiego. Praticamente quando è successo il terremoto, io già dopo 10 giorni avevo scritto la storia. Infatti, la sceneggiatura è registrata 07 luglio 2009 (pensa!) La sceneggiatura già!... Quindi già il film completo!... Già depositata a luglio dello stesso anno...
Mi ha colpito questa cosa anche perché l’ho vissuta in maniera molto particolare, nel senso che io abitavo a Roma e stavo con la mia ex-compagna. Dormivamo. Era notte, lei mi sveglia e mi fa ”cosa stai facendo?” e io ho detto “sto dormendo, che sto facendo?” Ci siamo alzati e il letto era a mezzo metro dalla parete... e stavo a Roma!
Io ho capito che qualcosa era successo di grave da qualche parte.
Subito ho cercato in televisione, ma non ne parlava nessuno. La prima che ne ha parlato, che io potessi vedere, era Sky tg 24 e da là ho approfondito, poi.
Chiaramente quando scrivi un film è chiaro che fai anche delle ricerche storiche.
Poi è un mio, diciamo, un mio stile legare delle storie del passato a quelle dei nostri giorni… ho scritto altre sceneggiature e sono anche così, nel senso che ci sono parti nel passato che si legano poi alla storia corrente.
E che effetto ti ha fatto quando poi sei andato a L’Aquila e hai visto come era situazione? ... Quanto tempo dopo ci sei andato?
RG: Io sono venuto quasi subito, diciamo sui 4 mesi dopo.
Non sono venuto a L’Aquila. Sono andato direttamente a Onna, nella zona rossa, con un permesso dei carabinieri, siamo entrati nella zona del paese di Onna che è cancellato…
Ti dico che effetto mi ha fatto? Mi sono messo a piangere!
Ho letto la trama del film, riguarda 6 giovani che crescono velocemente a causa del terremoto…
RG: Sì, la storia, oltre a questo riferimento dell’eccidio del ’44, è una storia come tante, di un gruppo di ragazzi, degli amici, con le loro dinamiche. Quindi: il rapporto d’amore piuttosto che quello che crea delle situazioni imbarazzanti, quello che vuole rubare la donna all’altro… cioè giovani normali, chi lavora, chi studia, chi fa ambedue le cose… nella vicenda si vengono a trovare in un appartamento di una ragazza del gruppo per chiarire una cosa e lì è arrivato il terremoto, quello distruttivo, e in quell’appartamento, perde la vita uno dei ragazzi... E allora diciamo che l’evoluzione di questi ragazzi cambia, si evolvono nel meglio, migliorano profondamente come persone, non diventano santi, ma comunque migliorano sensibilmente. Poi la storia, comunque, "passa" da loro. Sì perché di cornice restano chiaramente; però, dalla prospettiva dei primi soccorsi, viviamo proprio “quella” notte. Quindi: che cosa è successo, quali sono stati i primi interventi,... purtroppo le vittime, chi si è salvato, chi no,... insomma ricostruiremo “quella” notte.
Quindi c’è tutto un aspetto che riguarda le istituzioni che sono accorse….
RG: Sì, devo ringraziarli davvero tanto perché senza di loro penso che questo film non si poteva fare… o le persone vere, del luogo, che hanno partecipato veramente a quella notte, quindi in modo operativo. E cercheremo di ricreare quella situazione là, insomma, col loro aiuto, con la loro consulenza, il loro supporto.
Nel film non c’è solo questo, il film che si chiama “L’amore non crolla mai”, è proprio incentrato sulla gente di là prima di tutto, al di là dei corpi, io dico "persone" che si sono adoperate, che hanno saputo reagire,... le dinamiche che si sono viste nei campi-tenda, i bambini che riparlano coi nonni invece di giocare alla playstation, cioè io cerco di dare uno scorcio positivo anche nel dramma, chiaramente. Con le dinamiche che si sono costituite, che erano un po’ perse.
E la gente ha saputo ben reagire nonostante tante sofferenze, sia per le perdite, sia perché la gente non aveva più nulla. E si è venuta a trovare tutto d’un botto senza più le proprie radici, senza più la propria città, senza più il proprio lavoro. Cioè delle storie veramente toccanti. Io cerco di far emergere comunque l’aspetto positivo che è l’amore cioè quella forza che traina tutto nella vita.
Senza trascurare le vicende, ahimè, drammatiche, ma perché questo film volutamente è così per onorare le vittime e anche i parenti delle vittime,... perché resti qualcosa di concreto nella storia. Un’opera cinematografica penso che sia concreta, rimarrà nella storia un documento e sarà a loro dedicato.
Immagino che tu abbia parlato anche con i parenti delle vittime…
RG: Io ho parlato con tantissime persone dell’Aquila e di Onna.
Tra l’altro ho fatto una 3 giorni di casting lì a L’Aquila e ho avuto la possibilità di farmi raccontare veramente come l’hanno vissuta quella notte.
E cercherò di ricreare proprio quella sensazione là.
Quali sono i registi cinematografici a cui ti ispiri?
RG: Io mi ispiro a Kubrick e a Sergio Leone.
Chi saranno gli interpreti del film?
RG: Guarda: Ludovico Fremont, Primo Reggiani, Marco Vivio, Isabella Ragonese, Remo Girone… Chi mi scordo? Qualcuno me lo sto scordando… Comunque sono questi la rosa di personaggi che intendiamo portare dentro al film, nel senso che stiamo chiudendolo adesso. Anche perché abbiamo chiuso delle distribuzioni importanti, tra l’altro. Abbiamo quasi 200 sale in Australia, in Nuova Zelanda.
Nel senso che il film lo vedranno in lingua italiana, sottotitolato in inglese, oltreoceano perché lì, in Australia, c’è la più grande comunità abruzzese e quindi con questo circuito, “Australian-italian film festival” praticamente porto lì il film per loro, per gli abruzzesi!
Ah, quindi ti sei proprio informato sugli abruzzesi per fare questo film!
RG: Eh, io sono uno molto pignolo, cerco di informarmi, cerco di capire tutte le dinamiche e come funzionano le cose.
D'altronde, essendo la mia opera prima, è il mio biglietto da visita e quindi cerco di farlo nel migliore modo possibile, con tutti i limiti che ha un’opera cinematografica per carità, perché ricordo sempre che io faccio, o mi sforzo di fare, cinema: non faccio né il politico, né il documentarista. Quindi diciamo che la storia, nel quadro reale, è una storia di fantasia, ma nel quadro “reale” delle cose!
Tra l’altro questo sarà il primo eco film…
RG: Questo è il primo eco-film che è un’idea da me registrata 2-3 anni fa. Praticamente un progetto per l’eco-sostenibilità della cinematografia o comunque dell’audiovisivo in genere, cioè ogni reparto adotterà una tecnica eco-sostenibile.
Alcuni esempi: la scenografia-costumi, ove possibile, con materie di recupero, la troupe si muove con macchine gpl, metano, elettriche, la produzione userà carta riciclata, il catering della filiera corta (cioè da dove si va a girare, senza far venire da 100 km i pasti,... perché di solito funziona così), creando magari un virtuosismo tra i produttori del posto e le opere cinematografiche. Forse monteremo anche dei pannelli solari per eliminare certe lampade; giriamo in hd con risparmio di sostanze chimiche e pellicola…
Quindi darò il là per una futura cinematografia a impatto zero. E’ chiaro che non mi voglio arrogare, diciamo, il fatto di essere il primo: io do solamente il là con le tecnologie che abbiamo oggi, sperando che in un futuro possiamo anche rispettare di più (anche chi fa cinema, chi fa produzione!) la nostra Terra.
Magari sarà una specie di rinascita del cinema sotto l’aspetto ecologico!
RG: Bè, me lo auguro!
Per quando è prevista l’uscita del film?
RG: Nelle sale, 2013,… chiaramente penso che andremo proprio su aprile 2013.
Grazie per l'intervista!