- Sei nelle sale con "Le ultime 56 ore" dove interpreti il soldato Fuoco. Parlami del tuo personaggio e come lo hai affrontato?
Solitamente fare il buono o il cattivo è la cosa più semplice che possa capitare ed essere offerta a un attore. In questo caso, leggendo la sceneggiatura, mi sono ritrovato un ruolo seppur secondario,di difficile interpretazione a causa dell'argomento trattato e di un film corale dove dal ruolo più piccolo e apparentemente insignificante agli occhi dello spettatore, c'è un lavoro infinito da parte di ognuno per rendere il tutto più reale possibile. Invece tutti siamo rimasti sorpresi dal rapporto che si è creato sul set sin dal primo giorno. Non esisteva un protagonista, nè una comparsa, non esisteva il cast tecnico. Esisteva un gruppo di amici che con grande ambizione e spirito di cameratismo si è impegnato per dare voce alla denuncia sociale presente nella sceneggiatura volta a sensibilizzare l'opinione pubblica.
Quindi posso dire grazie ad ogni persona presente sul set di questo film, perché ha reso tutto possibile e soprattutto più facile. Il ruolo di Fuoco quindi è il risultato di tutti.
- Nel film, insieme ai tuoi compagni, ti appresti a compiere un gesto eroico. Cosa pensi dell'eroismo e quale è per te un gesto eroico?
Guarda, siamo abituati a vedere scene eclatanti nei film, da bambini abbiamo un' idea di eroe che ci fa pensare a gesta incredibili per potersi reputare tale. Invece crescendo scopri che i veri eroi sono quelli che rimangono in disparte, le persone che non hanno voce. Reputo eroe ogni persona che mette a repentaglio la sua vita per aiutare gli altri senza mai ricevere un grazie a porte chiuse o un applauso da una società sempre più attenta ai fatti che riguardano il singolo individuo, senza pensare che molte volte aiutare le persone che ne hanno bisogno ci darebbe modo di diventare eroi. Non dico agli occhi del mondo finendo sui giornali ma agli occhi di chi nel bisogno ha teso la mano disperato trovando la nostra.
- Cosa ti aspetti dal cinema?
Un cambiamento, un ritorno al cinema italiano dove il cinema di genere nasceva, affascinava e dava spunto a tante fiction di successo che ormai da anni amiamo e vediamo in tv. Penso che si sia presa la strada del "QUESTO FUNZIONA SICURO,QUINDI FACCIAMOLO ANCHE SE UGUALE AD ALTRI 1000", penso che ogni individuo si trovi ad un certo momento della propria vita a decidere di dover rischiare qualcosa, sono quelle decisioni e quei momenti che portano poi gli altri ad emulare e far partire il cambiamento.
Non parlo di un cambiamento radicale, ma un cambiamento che possa dare voce a tutti gli addetti ai lavori, a tutte quelle persone che vivono e amano il grande schermo e sono pronti a realizzare splendidi prodotti da mandare in sala, facendo riscoprire al pubblico che in Italia ci sono grandi maestri del cinema, che ci sono produttori coraggiosi e attori disposti a mettersi in gioco.
- Hai lavorato anche nella serie televisiva "Romanzo Criminale". Ti piacciono le serie televisive, le fiction?
Nel caso specifico di Romanzo Criminale, esalto la qualità della serie e soprattutto la scelta fatta di prendere un cast quasi completamente sconosciuto, dimostrando che molte volte non serve scegliere attori con un curriculum chilometrico per avere a disposizione grandi professionisti. I molti che sono fuori la porta a collezionare"LE FAREMO SAPERE" sono pronti a fare numeri, gli stessi di Romanzo Criminale o anche meglio.
Ho partecipato come attore a diverse fiction italiane e tutte quante le porto nel cuore perché ognuna mi ha lasciato un buon ricordo facendomi fare le ossa.
In futuro vedremo se ci saranno nuove occasioni, io faccio l'attore e quindi rimango in attesa. Non ci sono ruoli che Simone rifiuta, ma ruoli che a Simone non sono stati ancora proposti.
- Sei un ragazzo molto timido. Quanto la formazione teatrale ha inciso sul superamento di alcuni limiti caratteriali e su quali?
Per la mia esperienza nelle accademie di recitazione, posso dire che dopo 11 anni di studi e presenza nell'ambiente, l'insegnamento più grande è stato quello del “SAPERMI SPUTTANARE”.
Ammetto di aver pianto le prime volta in accademia davanti una macchina da presa, ma oggi credimi potrei recitare anche il giorno del mio funerale nella speranza di strappare qualche applauso e complimento.
Molte volte vediamo recitare bambini che interpretano ruoli difficilissimi senza tentennamenti. Ecco, i bambini sono naturali e veri perché se gli si dice di fare la scimmia fra 10.000 persone, loro la fanno e in quel momento sono convinti di essere una scimmia. Un adulto nel fare ciò sarebbe solo convinto di fare una grandissima figuraccia, senza rendersi conto che superando questo scoglio sarebbe la scimmia più bella e brillante del mondo.
- Dall'ambiente televisivo sei stato coinvolto indirettamente e negativamente in passato. Con quali occhi vedi oggi la televisione e cosa pensi dei personaggi che la rappresentano?
Il mio numero di telefono lo hanno in tutte le redazioni televisive, chi vorrà sapere chi è e cosa fa Simone Sabani non deve fare altro che chiamarmi e farmi le giuste domande, quelle intelligenti che possano dare voce a una persona che per scelta ha deciso di non rispondere ad accuse o prese di posizione, non di certo perché spaventato dal confronto televisivo o per non essere informato ai fatti, ma perché privo di interesse per questo genere di pubblicità mediatica. Se un giorno qualcuno mi fermerà per un autografo o per complimentarsi con me fuori da un teatro, sarà perché conosce Simone Sabani attore. Chi mi conosce come amico sa che persona io sia. Chi non mi conosce chiacchiera e viene apprezzato dai chiacchieroni!
- Se potessi cambiare la televisione, cosa toglieresti e cosa aggiungeresti?
Aggiungerei Simone Sabani! Per togliere ci pensa il pubblico che ha un gran potere nelle proprie mani…IL TELECOMANDO!
- Quale è il tuo "centro di gravità permanente"?
Mia madre, la mia ragazza e il cagnolino che le ho regalato il giorno del suo compleanno. Sono un tipo da vita tranquilla, mi sento libero e protetto solo in casa. Il mio centro di gravità permanente sono loro e grazie a loro tutte le mattine mi sento fortunato.
Ridiamo e ci divertiamo come dei pazzi, il "nano", uno shitzu di 1 anno, ci ha reso la vita familiare ancora più bella. Posso combattere contro i mulini a vento, ricevere porte in faccia e 10.000 “Le faremo sapere”, potrei sentirmi morire! Ma una volta chiusa la porta di casa, tutto il resto rimane fuori. Un po' come sul set: loro sono i protagonisti del grande film della mia vita.
Con la mia ragazza convivo da quasi 4 anni e se il guardarla dormire la notte per ore in silenzio, rubarle uno sguardo quando lei non se ne accorge e vivere pensando solo al suo bene significa essere innamorati, bè!…allora si, ora posso ammetterlo, Simone è innamorato.
- Se fossi un vizio?
Nessun vizio. Sarei una schedina del SuperEnalotto e mi regalerei alle malelingue che sparlano di me senza conoscermi. Sarei la loro vittoria più grande ma logico, poi tornerei nelle mani di chi mi ha sempre amato e apprezzato lasciando a bocca asciutta e con qualche rimorso alcuni momentanei e illusi vincitori.
- Un accenno ai tuoi programmi futuri?
Potrei ritrovarmi in epoche passate, potrei interpretare ruoli in costume,ma sai che non lo so in verità? Questo è uno dei lavori più incerti del mondo ma posso prometterti che al prossimo lavoro saremo nuovamente qui a parlarne. Ma oggi non so Simone dove sarà domani. Sicuramente continuerà a crescere e a fare tesoro di ogni tipo di esperienza lavorativa. Quindi ti dico arrivederci ed a presto dolce Mary.