Cinema

Quasi, quasi mi faccio un film!

Quasi, quasi mi faccio un film!

Qualche volta, uscendo dal cinema, sogniamo di produrre o dirigere un film. Qualcuno si iscrive a corsi di laurea sul cinema, altri a corsi privati di formazione ed altri ancora prendono in mano gli attrezzi del mestiere e ci provano, ma qualunque sia la strada intrapresa è solo sul campo che si capisce la complessità di un prodotto filmico.

Come per tutti i mestieri e le arti c'è chi ha più talento di altri, ma sempre e comunque bisogna conoscere le basi del linguaggio filmico... ed ecco dei consigli pratici per chi vuole farsi un film da sé. Qualsiasi sia il motivo che lo spinge, per divertimento o per sfida, per curiosità o per dire qualcosa, l'importante è avere le idee chiare; sia teoriche che pratiche.

Bene! Chiamiamo a raccolta gli amici che immaginiamo, con entusiasmo, accettare “l'offerta” di partecipare alla realizzazione del film... uno di loro ha anche la videocamera! Ottimo!
Ora possiamo realizzare un film in 4:3 (formato televisivo), in 4:3 letter box (formato televisivo in 4:3 con righe nere sopra e sotto), oppure in 16:9 (formato wide screen), ma non possiamo realizzarlo nel formato cinematografico cinemascope (20:9) se non, sempre fintato con le righe nere sopra e sotto.

Sapere come sarà l'immagine finale del prodotto ci permette di pensare a quale composizione dare alle immagini. Per composizione si intende come disporre gli oggetti nella scena in modo che l'inquadratura risulti piacevole, però manca ancora qualcosa; la storia...

Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che la storia è già lì tutta nella sua testa, capita però che guardando il girato i dialoghi appaiono lunghi e noiosi, che le inquadrature non trasmettono il senso cercato, che la recitazione... insomma è tutto diverso da come si era immaginato, perché? Perché la spontaneità nel cinema appare finta... e quindi tutto, dai movimenti della videocamera a quello degli attori, dalle parole ai toni usati, vanno pensati ad hoc, perché la recitazione è tutto tranne che spontaneità; è la capacità di essere il personaggio della storia e come deve essere questo personaggio lo stabilisce il regista in base alla sceneggiatura.
Il primo passo per realizzare un film è quindi scriverlo, portando sulla carta tutto ciò che ci frulla nella mente. Si parte dall'idea per arrivare alla sceneggiatura che conterrà oltre ai dialoghi dei personaggi le location, ovvero i luoghi e i tempi in cui si svolgeranno le scene (es. scena 1: esterno giorno – parco cittadino).

Grazie alla sceneggiatura si capirà se la storia “regge”, come dovranno essere i personaggio, quali i posti delle riprese, quanto tempo ci vorrà per le riprese e quanto sarà lungo il film. La lunghezza del film si calcola grosso modo in base al numero di pagine in formato A4; ogni pagina nella sceneggiatura di tipo hollywoodiano corrisponderà più o meno a 1 minuto di film, ergo, 120 pagine uguale a 120 minuti. Le sceneggiature sono di tre tipi, la già citata hollywoodiana, l'italiana e la francese.

La sceneggiatura aiuta anche a capire quanto costerà il film. Poco immaginiamo noi, lo facciamo fra amici... Certo ma se nella sceneggiatura abbiamo scritto di una spiaggia, poi di una montagna, e poi di una foresta, e via dicendo, dovremmo considerare i costi per gli spostamenti, l'autostrada, i pasti... Occorre quindi pensare ad una storia che si svolga all'interno di un quartiere, che non consideri scene complesse, difficili o pericolose da realizzare e soprattutto che siano filmabili! Cosa significa filmabili? Che mentre in un romanzo possiamo scrivere senza problemi: Anna si svegliò in un'alba purpurea mentre nella testa un rumore come il trapano del dentista le trafiggeva le tempie... Avremo qualche difficoltà in più a realizzarlo con le immagini. Primo a realizzare un'alba purpurea, secondo a fare capire come quel rumore, che sente solo lei, le trafigga le tempie... Lo sentiremo anche noi quel rumore mentre Anna si stringe con le mani sulle tempie la testa e sul viso appare una smorfia dolorante? O lo sentiremo solo a tratti? O faremo vedere una immagine di un trapano al lavoro?

Da come decideremo di mostrare ciò che abbiamo scritto sulla sceneggiatura, decideremo l'estetica del film, e il responsabile dell'estetica del film è il regista. Diventa film d'autore se il regista e colui che ha scritto il film sono la stessa persona.

Detto questo dobbiamo ricordarci che la nostra "opera prima" la vedremo in televisione e la televisione per la sua minore definizione e dimensione dell'immagine ci chiede inquadrature diverse rispetto al cinema. Facciamo solo un piccolo esempio, le inquadrature si dividono in campi quando si intende l'ambiente e piani quando si intende le persone, perciò se al cinema ci possiamo permettere un campo lungo (o lunghissimo come nei film western classici) con persone che camminano a piedi, in televisione quelle persone appariranno invece solo come dei puntini non riconoscibili.

Inoltre bisogna sapere, per costruire la storia, come scegliere piani e campi perché anche questi esprimono senso, es. una persona da sola in un campo lungo desertico esprime solitudine ed anche disperazione in una situazione drammatica.
Naturalmente ci sono diversi campi e diversi piani che sia il regista che l'operatore di ripresa devono conoscere, altrimenti, durante le riprese non si capiranno mai!

Ora, dopo quanto detto, e che non rappresenta nemmeno la punta dell'iceberg, vi è passata la voglia di fare un film? No? Ottimo siete già a buon punto! e allora scrivete le vostre idee, buttate su carta impressioni, storie, racconti e le prossime volte vi dirò come farle diventare sceneggiature, vi racconterò come sono i campi e i piani, i movimenti di macchina, l'illuminazione e quanto possa servire ad arrivare al vostro primo: “Pronti? Motore... Azione!”. Naturalmente tutto in pillole.

Buon lavoro!