E’ tra i mattatori della ‘Festa del Cinema’ di Roma, ma la ‘storia’ di Martin Scorsese con la capitale potrebbe durare molto di più della standing ovation incassata ieri nella sala Sinopoli dell'Auditorium alla presentazione del suo film ‘The departed’, intrigante avventura di gangster feroci e poliziotti corrotti.
L’annuncio del regista italo-americano, infatti, ha tutto il sapore di una promessa che si fa strada: ''Cinque anni fa ho girato qui a Roma, a Cinecittà, ‘Gangs of New York’. Mi piacerebbe fare un altro film qui in Italia''. Per ora sul tappeto un impegno concreto della partnership tra la sua ‘Foundation’e la Festa romana c’è: il recupero della memoria del grande schermo, salvando dalle offese del tempo quanti più film è possibile.
''Perché il cinema è storia, è arte contemporanea ma non è di pietra'', ha scandito Scorsese. Del resto, i numeri di questo impegno parlano chiaro: oltre 450 pellicole restaurate in 17 anni. Il primo atto della joint venture tra Festa e Fondazione è dunque il restauro di una copia del ’68 di ‘C'era una volta il West’ di Sergio Leone, un lavoro necessario per restituirgli l'originaria nitidezza. Tra l'altro, è la prima pellicola italiana curata dalla ‘The Film Foundation'.
Spiega Scorsese: ''Mi hanno dato fondi Lucas, Eastwood e Woody Allen. Grazie a Roma ogni anno restaureremo un film''. E ricorda di aver cominciato a pensare alla Fondazione ''all’epoca di Toro scatenato. Sentivo di tante pellicole introvabili, archivi scomparsi e mi sembrava una perdita dolorosa''. Così ha lanciato una salutare provocazione: ''E se Leonardo avesse fatto un quadro in movimento con musica di accompagnamento, forse oggi lo avremmo?''.
Poi omaggia la Festa del Cinema di Roma con un complimento di quelli che contano: ''E’ la prima volta che in un festival si ha la visione precisa di cosa significa un'opera cinematografica restaurata''. Della collaborazione di ‘The Film Foundation’, creata nel ‘90 dallo stesso Scorsese e da altri registi come Allen, Altman, Coppola, Kubrick con la neonata Festa di Roma, aveva parlato anche Mario Sesti introducendolo. Ma ci è voluto lo sguardo magnetico di Scorsese per inchiodare per circa 180 muniti la sala gremita di Santa Cecilia all'Auditorium su un argomento che sembrava tecnico e invece è parte dell’identità del cinema di ogni tempo.
Anche grazie a Scorsese, la kermesse romana è dunque un successo che aiuta a ‘respirare cinema’. Non a caso il sindaco di Roma Walter Veltroni, spiegando da dove è nata l'idea della Festa internazionale del cinema di Roma, ha detto a chiare lettere: ''Con Goffredo Bettini (presidente della Festa, ndr) l’abbiamo sempre immaginata come una festa di tutta la città, che fosse l'orgoglio di tutti i romani''. Al ‘botteghino’ dell’Auditorium, ma non solo lì, sembra proprio che la scommessa sia stata vincente.
L’annuncio del regista italo-americano, infatti, ha tutto il sapore di una promessa che si fa strada: ''Cinque anni fa ho girato qui a Roma, a Cinecittà, ‘Gangs of New York’. Mi piacerebbe fare un altro film qui in Italia''. Per ora sul tappeto un impegno concreto della partnership tra la sua ‘Foundation’e la Festa romana c’è: il recupero della memoria del grande schermo, salvando dalle offese del tempo quanti più film è possibile.
''Perché il cinema è storia, è arte contemporanea ma non è di pietra'', ha scandito Scorsese. Del resto, i numeri di questo impegno parlano chiaro: oltre 450 pellicole restaurate in 17 anni. Il primo atto della joint venture tra Festa e Fondazione è dunque il restauro di una copia del ’68 di ‘C'era una volta il West’ di Sergio Leone, un lavoro necessario per restituirgli l'originaria nitidezza. Tra l'altro, è la prima pellicola italiana curata dalla ‘The Film Foundation'.
Spiega Scorsese: ''Mi hanno dato fondi Lucas, Eastwood e Woody Allen. Grazie a Roma ogni anno restaureremo un film''. E ricorda di aver cominciato a pensare alla Fondazione ''all’epoca di Toro scatenato. Sentivo di tante pellicole introvabili, archivi scomparsi e mi sembrava una perdita dolorosa''. Così ha lanciato una salutare provocazione: ''E se Leonardo avesse fatto un quadro in movimento con musica di accompagnamento, forse oggi lo avremmo?''.
Poi omaggia la Festa del Cinema di Roma con un complimento di quelli che contano: ''E’ la prima volta che in un festival si ha la visione precisa di cosa significa un'opera cinematografica restaurata''. Della collaborazione di ‘The Film Foundation’, creata nel ‘90 dallo stesso Scorsese e da altri registi come Allen, Altman, Coppola, Kubrick con la neonata Festa di Roma, aveva parlato anche Mario Sesti introducendolo. Ma ci è voluto lo sguardo magnetico di Scorsese per inchiodare per circa 180 muniti la sala gremita di Santa Cecilia all'Auditorium su un argomento che sembrava tecnico e invece è parte dell’identità del cinema di ogni tempo.
Anche grazie a Scorsese, la kermesse romana è dunque un successo che aiuta a ‘respirare cinema’. Non a caso il sindaco di Roma Walter Veltroni, spiegando da dove è nata l'idea della Festa internazionale del cinema di Roma, ha detto a chiare lettere: ''Con Goffredo Bettini (presidente della Festa, ndr) l’abbiamo sempre immaginata come una festa di tutta la città, che fosse l'orgoglio di tutti i romani''. Al ‘botteghino’ dell’Auditorium, ma non solo lì, sembra proprio che la scommessa sia stata vincente.